Fisco a caccia di attività estere non dichiarate

di Teresa Barone

30 Marzo 2023 09:00

logo PMI+ logo PMI+
Nel mirino del Fisco i contribuenti che non hanno dichiarato i redditi relativi alle attività estere per il periodo di imposta 2019.

Sono numerose le lettere di compliance inviate dall’Agenzia delle Entrate ai contribuenti invitati a regolarizzare con ravvedimento operoso, la dichiarazione di rendite derivanti da attività estere non dichiarate, per quanto riguarda l’anno di imposta 2019 (Quadro RW del Modello Redditi).

Il Fisco sta provvedendo a segnalare ai contribuenti le anomalie per incentivarne la regolarizzazione spontanea

Le comunicazioni riguardano il mancato rispetto della normativa sul monitoraggio fiscale delle attività finanziarie estere. Le sanzioni relative alle violazioni fiscali per omessa dichiarazione dei capitali e dei redditi esteri (interessi, dividendi e altri proventi in relazione alle attività detenute all’estero), in assenza di regolarizzazione spontanea, possono raggiungere importi elevati:

  • dal 120% al 240% dell’imposta evasa nel caso di omessa presentazione della dichiarazione in Italia, percentuali elevabili ulteriormente se le somme sono detenute in paradisi fiscali;
  • dal 90% al 180% della maggior imposta dovuta (per dichiarazione infedele) in caso di omessa o irregolare determinazione dell’IVAFE (imposta sul valore di prodotti finanziari, conti correnti e libretti di risparmio detenuti all’estero);
  • dal 3% al 15% del valore degli investimenti esteri non indicati nel Quadro RW, anche in questo caso raddoppiabili.

I destinatari degli avvisi bonari possono dunque regolarizzare spontaneamente la loro posizione mediante il ravvedimento operoso, accedendo alle sanzioni ridotte ed evitando così anche i controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate sull’origine di tali rendite. Basta una dichiarazione integrativa relativa all’anno d’imposta 2019 che contenga i dati richiesti dall’avviso ricevuto e pagare le sanzioni ridotte a un sesto del minimo.

Il dettaglio delle attività estere non dichiarare e oggetto della comunicazione è inserito all’interno del Cassetto fiscale dei contribuenti, che con la regolarizzazione spontanea hanno l’opportunità di evitare ulteriori controlli da parte del Fisco. Con il ravvedimento operoso è possibile versare le sanzioni ridotte a un sesto del minimo se la regolarizzazione delle omissioni avviene oltre il termine per la presentazione della dichiarazione relativa all’anno successivo a quello in cui è stata commessa la violazione.

Per queste violazioni, per specifica previsione di legge, non è ammesso il ricorso alla sanatoria di cui alla tregua fiscale  (art.1 co. 176 della l 197/2022) prevista nella Manovra 2023, che vieta l’adesione al ravvedimento speciale per l’emersione di attività finanziarie e patrimoniali costituite o detenute all’estero.