Ubs acquista Credit Suisse ed indirettamente contribuisce ad evitare che si possa alimentare sfiducia nel sistema bancario. La fusione – che risolve una crisi interna all’istituto elvetico e aiuta quindi a scongiurare un effetto contagio ormai temuto da più parti nonostante le rassicurazioni di solidità avanzate da istituzioni nazionali ed europee (compresa la BCE) – comporta anche l’emergere di un nuovo colosso del mercato bancario.
L’alternativa all’acquisizione di Credit Suisse da parte di un altro player concorrente, sarebbe stata la nazionalizzazione della banca svizzera sulla scia dell’intervento USA a salvataggio di Silicon Valley Bank.
Secondo il Ministero dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, quanto successo non minerà comunque la stabilità del sistema bancario italiano:
riteniamo che le ripercussioni per il sistema bancario italiano siano sostanzialmente insignificanti.
Anche la Banca d’Italia, come ha dichiarato il governatore Ignazio Visco, non registra «problemi di capitalizzazione e liquidità nelle nostre banche». Il sistema finanziario europeo non è direttamente coinvolto ma quel che può invece configurarsi è un problema di rischio contagio, dal momento che la fiducia può venire minata anche se in realtà non ci sarebbe motivo.
Si tratta di due problemi di ordine differente. Da un lato la crisi delle banche – dovuto a motivi di capitalizzazione e liquidità interni agli istituti stessi, nel caso specifico non europei – e dall’altro la solidità del sistema bancario UE, su cui arrivano continue rassicurazioni. E gli interventi tempestivi, quando necessario.
L’ultima azione preventiva che va in questa direzione, per certi versi, è quella che vede coinvolti Banca centrale Europea, Banca del Canada, Banca d’Inghilterra, Banca del Giappone, Federal Reserve e Banca Nazionale Svizzera per migliorare l’efficacia delle linee swap ed offrire più liquidità in dollari Usa. In pratica, queste banche centrali (che offrono operazioni in dollari americani), renderanno giornaliere le operazioni prima solo settimanali a partire da lunedì 20 marzo 2023 e per almeno tutto aprile.
L’obiettivo è quello di appianare in parte le tensioni sui mercati globali dei finanziamenti, auspicando un effetto domino, stavolta positivo, sull’offerta di credito bancario alle famiglie e alle imprese. Per Christine Lagarde:
il settore bancario dell’area Euro è resiliente, con solide posizioni patrimoniali e di liquidità. Ad ogni modo, il quadro degli strumenti della BCE è in grado di fornire sostegno per la liquidità nel sistema finanziario in area Euro.