L’aumento dei tassi d’interesse deciso dalla BCE porta il costo del denaro a +0,5% dal 22 marzo, con un impatto indiretto sull’indice Euribor su cui si calcola il costo della rata dei mutui variabili. Che tradotto significa un ennesimo aumento della rata mensile.
In base alle previsioni da aprile in poi, in seguito al nuovo rialzo BCE di 50 punti base, per un mutuo a tasso variabile tra 125-150mila euro e durata 25 anni la rata mensile salirà di altri 30-40 euro. In base all’importo del finanziamento, si può arrivare a pagare anche oltre il 6% al mese in più secondo la stima di Mutuionline.
Rispetto al 2021, il rincaro complessivo calcolato dal Codacons per chi ha un mutuo a tasso variabile è compreso tra i 2.520 e i 3.240 euro all’anno.
Rispetto a febbraio 2022, per un mutuo variabile a 20 anni da 140mila euro il rincaro annuo ha superato il 25%. E chi un anno fa pagava poco più di 600 euro al mese adesso, con il nuovo aumento di marzo, si ritroverà una rata da oltre 800 euro (+4,6%). Per un mutuo da 250mila a 30 anni si è arrivati a sfiorare il +44% in anno, destinato adesso a salire di altri 70 euro (+6,4%).
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Se consideriamo un reddito medio di 33mila euro netti all’anno, significa avere ogni mese un esborso pari al 30-40% delle proprie entrate. Per moltissime famiglie, una condizione non sostenibile. Nel frattempo gli indici su cui si calcolano mutui fissi e variabili continuano a salire.