Cambiano le tasse sul Risparmio: dopo le prime novità in Legge di Bilancio 2023, tocca ora alla Riforma Fiscale riscrivere questo capitolo, nel più vasto quadro di interventi che troveranno attuazione nei prossimi 24 mesi.
Redditi finanziari: categoria unica
In base allo schema di ddl delega, tutti i proventi da investimento saranno raggruppati in un’unica categoria reddituale: redditi finanziari (interessi e dividendi) confluiscono assieme agli altri redditi di versi di natura finanziaria (capital gain), soggetti a tassazione sui in base al principio di cassa.
Attualmente, il Tuir (Testo unico delle imposte sui redditi) prevede che le rendite finanziarie siano suddivise in due categorie di redditi di capitale e redditi diversi (maturato e realizzato), entrambi soggetti a IRPEF con un’aliquota proporzionale del 26%.
La riforma, invece, prevede un’imposta sostitutiva su questi redditi basata sulla differenza tra voci positive e negative, con la possibilità di riportare le minuslvalenze negli anni successivi e di optare per la tassazione sul realizzato esprimendo tale scelta in dichiarazione o attraverso gli intermediari finanziari.
Tassazione per cassa
Dunque, si introduce poi uno sconto sulle perdite (in pratica, si permettere di compensare le minusvalenze) e si permettere a chi detiene fondi comuni di investimento di compensare tra risultati positivi e negativi.
Con la riforma della tassazione sui redditi finanziari, di fatto, viene cancellata l’imposta sul maturato a fine anno, a prescindere dal realizzo, su cui si basava la tassazione della riforma Visco, in favore di una tassazione per cassa che, secondo il Vice Ministro dell’Economia, Maurizio Leo, rispetta maggiormente il principio di capacità contributiva.
Infine, si introduce un’aliquota sostitutiva agevolata sui redditi conseguiti dalle casse di previdenza.