La domanda di credito nel 2023 appena iniziato è particolarmente vivace, specie nel settore dei prestiti. Secondo l’ultimo Barometro CRIF, le richieste di finanziamenti personali e finalizzati hanno visto un incremento annuo dell’11,7%, spinto dai prestiti personali (+31,4%).
Tra i documenti che la banca o finanziaria chiede per l’erogazione del prestito troviamo anche il cosiddetto certificato di stipendio. Cerchiamo quindi di capire di cosa si tratta e come richiederlo.
Certificato di stipendio: cos’è
Il certificato di stipendio (attestato con validità trimestrale rilasciato dal datore di lavoro, su richiesta, tramite l’ufficio paghe) può essere di norma sostituito dalla busta paga del lavoratore dipendente, essendo già questo documento comprensivo di tutti i dati necessari ad attestare l’affidabilità finanziaria del richiedente il prestito: retribuzione lorda e netta, annua e mensile, il TFR cumulato, le eventuali trattenute sullo stipendio per il pagamento di altri finanziamenti.
In entrambi i casi (certificato di stipendio o busta paga) è il datore di lavoro che lo rilascia, confermando l’esistenza di un rapporto di dipendenza tra l’azienda e il soggetto.
Il certificato di stipendio è un documento (analogo al cedolino dello stipendio o statino paga, ecc.) rilasciato dal proprio datore di lavoro che attesta la sussistenza di un rapporto dipendente. In esso sono riportate:
- la data di assunzione,
- gli anni di anzianità lavorativa,
- la retribuzione lorda e netta (annua e mensile),
- il TFR cumulato,
- le eventuali trattenute sullo stipendio per il pagamento di altri finanziamenti.
Nel certificato di stipendio sono contenute anche alcune informazioni dettagliate relative all’azienda in cui si lavora come:
- Ragione sociale;
- Partita Iva;
- Sede legale;
- Capitale sociale.
A cosa serve il certificato di stipendio
Il certificato di stipendio è un documento fondamentale per gli istituti bancari e finanziari, nella valutazione di un prestito e in particolar modo nella cessione del quinto dello stipendio. Tramite tale documento infatti viene appurato l’importo massimo della rata mensile che non dovrà andare oltre un quinto del netto in busta paga.
Se si è pensionati, al posto del certificato di stipendio, occorre una dichiarazione di quota cedibile che viene, invece, rilasciata dall’ente previdenziale di appartenenza.
Come si richiede il certificato di stipendio
Se la classica busta paga non viene rilasciata con regolarità e tempestività (per quanto sia un preciso obbligo di legge, sanzionabile per il datore di lavoro che non ottempera a tale disposizione), o se la banca / finanziaria richiede un certificato di stipendio in forma testuale (rispetto allo statino paga in forma sintetica consegnato ogni mese), occorre presentare una domanda al datore di lavoro o anche al responsabile delle Risorse Umane della propria azienda: entro qualche giorno dovrebbe essere rilasciato in duplice copia.
Nella richiesta occorre indicare nome e cognome del richiedente e il codice fiscale di chi lo richiede, mentre l’azienda aggiungerà i dati relativi al salario e alla stessa. Il documento avrà una validità di tre mesi a partire dalla data del suo rilascio. Tuttavia, non c’è l’obbligo per l’azienda e il datore di lavoro d rilasciate tale certificato.
Il certificato di servizio, anche per i dipendenti pubblici, è invece obbligatorio e contiene:
- dati anagrafici del lavoratore;
- ruolo e mansione nell’azienda o nell’ente;
- inquadramento contrattuale;
- durata del rapporto di lavoro.