La Banca Centrale Europea (BCE) ha alzato i tassi di interesse di 50 punti base e annunciato un nuovo incremento a marzo, per poi navigare a vista, tenendo d’occhio l’inflazione. Si conferma così la stretta di politica monetaria che dal luglio ha portato a cinque rialzi consecutivi ma la fine della linea dura si intravede, e i mercati reagiscono di conseguenza.
Per il momento l’impatto sui mutui si sente sul tasso variabile, mentre le prospettive di stabilizzazione del costo del denaro arrestano l’ascesa del tasso fisso. Scende anche lo spread, e quindi i rendimenti dei BTP. Le associazioni imprenditoriali temono però il rialzo dei tassi sui prestiti alle imprese.
Effetti su spread e rendimenti BTP
Lo spread viaggia intorno ai 180 punti ma, al di là delle fibrillazioni a caldo, la reazione dei mercato in questo senso è di ripiegamento. C’è l’orizzonte di una stabilizzazione dei tassi che spinge in questa direzione. Scende di conseguenza il rendimento dei BTP italiani, con il decennale che si posiziona intorno al 3,8%, assieme al calo per tutte le scadenze. Il mercato si sta dunque stabilizzando, con i titoli di Stato che incamerano sicurezza, che si riflette sui rendimenti.
Aumento tassi: impatto sui mutui
Sull’economia reale, l’impatto più evidente è quello sui mutui. In base alle simulazioni di Mutuionline, la rata di un mutuo a tasso variabile sale fra i 33 e i 43 euro. Si tratta di finanziamenti che stanno costantemente salendo dalla scorsa estate, per effetto a cascata dei precedenti rialzi del costo del denaro. Un mutuo a tasso variabile dall’estate scorsa è rincarato fino a 200 euro al mese.
Di seguito un esempio di impatto del rialzo dei tassi BCE su un mutuo a tasso fisso o variabile di un impiegato di 40 anni.
- Tasso variabile: l’importo della rata mensile a 10 anni sale in media di 33 euro, a quota 1.408 euro, mentre la rata del mutuo a 20 anni sale di 36 euro (a 891 euro) ed un mutuo a 30 anni rincara di 39 euro (salendo a quota 636 euro).
- Tasso fisso: la rata a 10 anni aumenterebbe di 33 euro a 1.424 euro, il mutuo a 20 anni di 43 euro (a 835 euro), il trentennale di 38 euro (a 636 euro).
Un altro trend che si intravede sul mercato è la discesa del tasso fisso. Mentre il variabile continua a incamerare il rialzo dei tassi a cascata (ma non c’è proporzionalità diretta), il tasso fisso deve basarsi su elaborazioni a lunga scadenza. E scende con le prospettive di stabilizzazione del costo del denaro. Si è già ridotta la forbice fra tasso fisso (in media al 41%) e variabile (al 3,8%).
Infine, i prestiti alle aziende. Qui l’impatto della stretta monetaria potrebbe riflettersi in un rialzo dei costi dei finanziamenti, che Confesercenti stima in 9 miliardi di euro in tre anni.