Come annunciato, nella seduta del 2 febbraio il Consiglio direttivo della BCE ha innalzato di 50 punti base i tre tassi di interesse di riferimento, prevedendo ulteriori incrementi per arrivare a centrare l’obiettivo di medio termine di ridurre l’inflazione al 2%.
Dopo la mossa odierna, i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali e marginale e sui depositi presso la banca centrale saranno innalzati rispettivamente al 3%, al 3,25% e al 2,5%, con effetto dall’8 febbraio 2023.
Il prossimo incremento è previsto per la riunione politica monetaria calendarizzata a marzo, con un ulteriore aumento di altri 50 punti base. Per le successive decisioni si procederà sulla base dei dati macroeconomici, ha spiegato la presidente della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde, in conferenza stampa dopo la riunione del consiglio direttivo.
Dunque, aumenta il costo del denaro di un altro mezzo punto, con il tasso di interesse sui finanziamenti che sale al 3% e quello sui depositi che si porta a 2,5%.
Gli effetti della decisione di politica monetaria si vedranno anche sui finanziamenti alle imprese e, indirettamente, avranno un effetto domino anche sul costo dei mutui alle famiglie, con la rata destinare a salire ancora dopo i rincari considerevoli registrati nel corso del 2022.
La Banca Centrale Europea ha intrapreso una ferma politica di aumento dei tassi finalizzata a contrastare la corsa dell’inflazione nell’Eurozona, che tuttavia non pare subire contraccolpi dovuti alle decisioni monetarie della BCE.