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Come investire i risparmi, guida completa a tutti gli strumenti

di Alessandra Caparello

Pubblicato 16 Agosto 2023
Aggiornato 12 Ottobre 2023 11:37

Tipi di investimento, guida completa agli strumenti per far fruttare i propri risparmi: quali forme esistono e come si classificano.

Lasciare i soldi fermi sul proprio conto aspettando tempi migliori oppure  investire? Questa è una delle domande che si pone oggi chi ha liquidità da parte e non sa quale sia la strada migliore da seguire, indeciso tra i diversi tipi di investimento.

In un conto di risparmio il denaro è solo a riposo, mentre investire sui mercati finanziari si può beneficiare di rendimenti potenzialmente più elevati, accrescendo il patrimonio nel corso degli anni.

I motivi per cui è investire

Sicuramente il momento storico incide sulla decisione finale, con una crisi appena scampata e lo spettro di una recessione economica nei prossimi tempi che incidono sulla propensione al risparmio o all’investimento. Eppure, investire è anche una forma di risparmio: sembra contradditorio ma così non è, se si pensa che far fruttare i propri soldi permetterà in futuro di avere un salvagente a cui aggrapparsi.

Ci sono tanti motivi per investire. La maggior parte degli strumenti di investimento, come le azioni, i certificati di deposito o le obbligazioni offrono rendimenti sul lungo termine creando ricchezza nel tempo. Investire permette anche di risparmiare per la pensione. Infine, investire può aiutare a raggiungere grandi obiettivi finanziari, come l’acquisto di una casa o l’avvio di un’attività.

Una volta trovata la motivazione, si passa al punto cruciale: scegliere tra i tanti tipi di investimento quello più adatto alle proprie esigenze.

Tipi di investimento

Quando si decide di investire, il primo passo è la pianificazione finanziaria: solo dopo un’attenta valutazione dei propri risparmi e delle proprie spese possiamo capire “quanto investire“. Poi viene il “dove investire“, considerando che non ogni soluzione è valida per tutti. Per scegliere “in cosa e come investire“, è bene conoscere l’intera gamma di soluzioni disponibili.

Le tipologie di investimento possono classificarsi in tre grandi macro-categorie che sono:

  1. Investimenti in ambito bancario e finanziario,
  2. Investimenti in ambito assicurativo,
  3. Investimenti in ambito previdenziale.

Non esistono investimenti che rendono tanto e sono poco rischiosi. Per questo, la Consob suggerisce di diffidare delle proposte di guadagni facili e sicuri e di chiedere sempre quanto rendono investimenti alternativi potenzialmente meno rischiosi, quali ad esempio i titoli di Stato italiani e tedeschi di pari scadenza.

Tipi di investimento in prodotti bancari e finanziari

In questo ambito, i tipi di investimento sono tanti. La scelta è molto vasta, visto che si può puntare su una ricca gamma di soluzioni e strumenti, ciascuno adatto ad un determinato investitore, in uno specifico contesto e con una specifica prospettiva di ritorno sull’investimento in un tempo definito.

Azioni

L’azione è l’unità minima di partecipazione di un socio al capitale sociale di una “società per azioni”. Acquistarle significa diventare azionista, ossia possedere un pezzetto della società con tutti i diritti (utili) e gli oneri (perdite). L’investimento in azioni è dunque correlato all’andamento dell’azienda che le ha emesse: se l’azienda genera utili e paga dividendi, allora il valore del proprio investimento è destinato ad aumentare; se l’azienda va male, il valore dell’investimento è destinato a diminuire.

Conto deposito

Con il Deposito a risparmio bancario (conto deposito) si deposita il denaro  presso la banca che si impegna a restituirtelo quando si vorrà.

Ci sono due tipi di deposito a risparmio nominativi:

  • quello libero, che permette di prelevare o versare denaro, senza alcuna limitazione di tempo e di importo;
  • quello vincolato, che permette di ottenere rendimenti maggiori se le somme restano depositate per un periodo di tempo prestabilito.

Depositi a risparmio postale

Si tratta di strumenti di Risparmio Postale emessi da Cassa depositi e prestiti S.p.A. (CDP) e garantiti dallo Stato italiano. Sono generalmente di due tipologie:

  • Libretti, ossia strumenti finanziari pensati per la gestione del denaro che possono avere anche la funzione di conto di regolamento per Buoni, obbligazioni, polizze o altri titoli
  • Buoni, strumenti finanziari ideali per impiegare i risparmi per un tempo medio-lungo ed ottenere un rendimento maggiore di quello che si otterrebbe lasciandoli sul Libretto.

ETP

Vasta gamma di strumenti finanziari negoziati sulle borse valori con l’obiettivo primario di replicare l’andamento di un indice di riferimento o di un determinato attivo sottostante. Le forme più conosciute sono gli ETF (Exchange Traded Funds), gli ETC (Exchange Traded Commodities) e gli ETN (Exchange Traded Notes).

Un ETP (acronimo di Exchange Traded Product) è uno strumento finanziario negoziato in borsa come un titolo azionario, ossia uno strumento passivo con commissioni generalmente inferiori a quelle dei fondi attivi e dei fondi comuni indicizzati. Grazie a tali caratteristiche, rappresentano un modo semplice per ottenere esposizione in un ampia gamma di asset.

Fondi comuni

Sono strumenti di investimento, gestiti dalle società di gestione del risparmio (Sgr) che riuniscono le somme di più risparmiatori e le investono, come un unico patrimonio, in attività finanziarie (azioni, obbligazioni, titoli di stato, ecc.) o in immobili, rispettando regole volte a ridurre i rischi. Aderendo ai fondi comuni di investimento in sostanza si affidano i propri risparmi a degli esperti professionisti che gestiranno l’investimento grazie alle loro conoscenze.

Obbligazioni

Si tratta di uno strumento finanziario tramite cui un soggetto pubblico o privato raccoglie capitali a prestito da un altro soggetto: governi e imprese le emettono ad esempio per raccogliere fondi dagli investitori poiché necessitano di nuove fonti di capitale per finanziare le proprie attività.

Quando gli investitori acquistano obbligazioni governative significa dunque che prestano denaro al governo emittente, mentre quando acquistano obbligazioni societarie, prestano denaro all’impresa emittente. Poi al termine della vita dell’obbligazione (detta scadenza), il capitale iniziale viene restituito all’investitore.

PIR (Piani Individuali di Risparmio)

Si tratta di un investimento finanziario che consente di usufruire di un notevole vantaggio fiscale, ossia l’esenzione totale sia dalla tassazione dei redditi derivanti dagli investimenti effettuati nei PIR (tassa sul capital gain maturato, interessi e dividendi) sia dall’imposta di successione.

Ricordiamo che in Italia questi tipi di investimento (rendite finanziarie) sono generalmente tassate con un’aliquota del 26%. Si tratta di investimenti di medio-lungo periodo aggregano diversi strumenti finanziari calibrati in base a vincoli di legge: una quota parte deve essere concentrato sulle PMI (azioni o bond) ed è vietato investire in strumenti di finanza derivata, se non in particolari casi (ad esempio attraverso OICR PIR compliant) e solo a copertura dei rischi.

Per almeno il 70% devono essere investimenti qualificati, ovvero strumenti finanziari anche non negoziati, emessi o stipulati con imprese residenti nello Stato, nella UE o nello Spazio Economico Europeo con stabile organizzazione in Italia.

Esistono due tipologie di PIR:

  • ordinari (introdotti con la Manovra 2017), che investono almeno il 70% in strumenti emessi da imprese, di cui il 25% non quotate su FTSE MIB o indici analoghi di altri mercati regolamentati e per un altro 5% in imprese che non appartengano né al FTSE MIB né all’indice dedicato alle Midcap di Borsa Italiana (con i PIR tradizionali si possono investire 40mila euro l’anno e 200mila complessivi);
  • nuovi PIR, che hanno una percentuale alta di investimento nelle PMI (Small Cap, FTSE Italia Growth, segmento Star) e investono almeno il 70% del valore complessivo del piano, direttamente o indirettamente, in strumenti emessi da imprese diverse da quelle inserite negli indici FTSE MIB e FTSE Mid Cap della Borsa italiana o indici equivalenti di altri mercati regolamentati (massimali di investimento: 1,5 milioni di euro complessivi – totalità dei PIR alternativi in cui ha investito il risparmiatore – con limite per anno solare di 300mila euro).

Titoli di Stato

Sono bond, ovvero delle obbligazioni emesse dal ministero dell’Economia e del Tesoro. Sono una sorta di prestito allo Stato, che si impegna al suo  rimborso a una determinata scadenza e a determinate condizioni.

I titoli di Stato hanno dunque una durata precisa (i BOT sono a breve termine, i BPT a lungo termine), pagano interessi a scadenze prefissate in sede di emissione, per chi li tiene fino a scadenza producono un rendimento fissato al collocamento (fisso o variabile) mentre invece chi li vende prima della scadenza ha un guadagno che dipende dalle oscillazioni di mercato.

Tipi di investimento in ambito assicurativo

Tra i tipi di investimento più comuni in ambito assicurativo troviamo i seguenti strumenti.

Polizza vita

Si tratta di un contratto di assicurazione che tutela le persone care (da indicare nel contratto in veste di beneficiari) in caso di morte dell’assicurato, indipendentemente dal momento nel quale si verifica. Rappresenta anche un modo per accumulare denaro da riscattare nel momento del bisogno, per destinarla a qualsiasi altra esigenza. La polizza vita, infatti, non ha una scadenza e costituisce anche un salvadanaio personale al quale attingere in caso di necessità, attraverso la richiesta del pagamento di una prestazione sotto forma di riscatto anticipato.

Contratti di capitalizzazione

Si tratta di polizze assicurative mediante le quali il contraente versa un premio all’assicuratore, il quale si impegna a restituirlo ad una scadenza successiva capitalizzato, ovvero aumentato degli interessi maturati nel corso della durata contrattuale e senza alcun vincolo o riferimento alla durata della vita umana.

Il contratto di capitalizzazione si differenzia quindi dalle assicurazioni sulla vita per il fatto che la prestazione dell’assicuratore non dipende dal verificarsi di eventi attinenti alla vita dell’assicurato. Rientrano nella definizione di prodotti di investimento assicurativi e sono pertanto esposti, in qualche modo, alla variabilità dell’andamento dei mercati finanziari.

Polizza rendita vitalizia

Particolare polizza assicurativa che rientra nel ramo delle assicurazioni vita, la polizza rendita vitalizia si stipula  con un ente privato (banca, assicurazione,  istituto finanziario) per integrare  la pensione, ottenendo una somma di denaro, versato  periodicamente a seguito  del pagamento di un premio unico o periodico.

In sostanza la polizza sulla vita  del tipo “Rendita Vitalizia” permette di integrare il sistema pensionistico pubblico ottenendo una somma di denaro erogata periodicamente nel tempo: a seguito del pagamento di un premio unico o periodico, in poche parole, si riceverà una rendita pagata a vita.

Tipi di investimento in ambito previdenziale

Per chi volesse far fruttare la propria pensione, troviamo numerosi tipi di investimento adatti, con specifici strumenti regolamentati nel nostro ordinamento.

Fondo pensione aperto

Forma di previdenza complementare privata istituita da banche, imprese di assicurazione, società di gestione del risparmio (SGR) e società di intermediazione mobiliare (SIM). I fondi pensione aperti sono costituiti sotto forma di patrimonio separato e autonomo da quello della società che li ha istituiti e sono destinati al pagamento delle prestazioni agli iscritti. Il patrimonio non può essere utilizzato per soddisfare i diritti vantati da eventuali creditori della società in caso di fallimento di quest’ultima.

L’adesione a un fondo pensione aperto consente di destinare parte dei risparmi per integrare la pensione pubblica. In questo modo si può ricevere una rendita complementare, anche reversibile, affrontare eventuali difficoltà personali e lavorative e agevolare l’uscita dal mondo del lavoro e la transizione verso il pensionamento.

Fondo pensione negoziale

Forma di previdenza complementare privata istituita dai rappresentanti dei lavoratori e dei datori di lavoro nell’ambito della contrattazione collettiva nazionale, di settore o aziendale a favore della categoria dei lavoratori interessati dalla medesima contrattazione.

Il fondo pensione negoziale è un ente giuridicamente autonomo, distinto dai soggetti promotori, e non ha scopo di lucro. Aderendo ad un fondo pensione negoziale è possibile destinare parte dei propri risparmi per integrare la pensione di base e ricevere una pensione complementare, anche reversibile.

PIP – Piani individuali pensionistici assicurativi

I Piani individuali previdenziali a scopo pensionistico, stipulati con le assicurazioni con adesione esclusivamente su base individuale. Il PIP è uno strumento di previdenza complementare basato sul classico principio della capitalizzazione. Il montante o capitale accumulato resta proprietà del singolo ma viene gestito da un fondo pensione che lo valorizza investendolo, così da incrementare l’importo e ottenere una pensione complementare.

L’ammontare dei contributi da versare è definito in misura fissa al momento dell’adesione ma può essere variato nel corso degli anni, se cambiano le esigenze.

Conclusioni

Collocare i risparmi in un portafoglio di investimenti si rivela fondamentale per integrare l’assegno maturato a fine carriera. La soluzione può essere scegliere più tipi di investimento (con azioni, obbligazioni, fondi comuni, immobili, aziende o metalli preziosi).

Combinandoli tra loro, si può ottimizzare la propria strategia e ridurre anche i rischi di perdita del capitale.