Anche in Italia è possibile sottoscrivere PEPP (Pan-European Personal Pension Product), ossia il Piano di Previdenza complementare con piena portabilità in tutti i paesi dell’Unione Europea.
Il prodotto, istituito dal dlgs n. 114/2022 in recepimento della Direttiva UE n. 1238/2019 (il Regolamento europeo sull’accesso ai PEPP), prevede adesione e contribuzione volontaria e si configura dunque come uno strumento di pensione integrativa. Ma con alcune interessanti novità.
Vediamo quali.
Pensione integrativa con i PEPP
Il prodotto, in aggiunta rispetto alle caratteristiche comuni alle altre tipologie di analoghe di cui al dlgs n. 252/2005, ha il vantaggio di poter essere offerto da una platea ampia di operatori: compagnie assicurative, banche, fondi pensione, società d’investimento), prevedere più linee d’investimento, essere portabile fra Stati Membri UE ed essere anche trasferito da un intermediario a un altro se si cambia Paese.
Il PEPP è pensato per i lavoratori che, spostandosi tra Stati UE, possono mantenere la stessa posizione previdenziale, seppur articolata in “sottoconti” nazionali per ciascun periodo di permanenza nei diversi paesi.
I contributi si versano su base volontaria, dai risparmiatori (per se stessi o per soggetti a carico) oppure dai loro datori di lavoro (dipende dal fondo pensione a cui si aderisce) ma non sarà possibile destinare al PEPP il trattamento di fine rapporto (TFR).
I conferimenti, come in casi analoghi (fondi pensione negoziali, fondi pensione aperti e PIP), sono deducibili dal reddito fino a 5.164,57 euro mentre sui rendimenti è prevista, come di consueto, l’imposta sostitutiva del 20% tipica della previdenza complementare.
Prestazioni garantite dai PEPP
Al raggiungimento del diritto a pensione, si avrà diritto ad una rendita o alla parziale liquidazione del capitale (fino al 50%) delle somme maturate nel sottoconto italiano, ma prima ancora si potrà anche ottenere un anticipo su quanto maturato oppure la RITA (Rendita integrativa temporanea anticipata).
Infine, il versamento di contributi potrà proseguire anche dopo l’età pensionabile purché risulti almeno un anno di contribuzione al “sottoconto italiano”.