Rallenta nel primo trimestre 2022 l’industria del risparmio gestito dopo il boom 2021. In base ai dati Assogestioni, la raccolta netta a fine marzo è stata pari a 10,9 miliardi di euro, circa la metà rispetto al risultato del quarto trimestre 2021 (che aveva visto nuove sottoscrizioni per 23 miliardi). Il patrimonio gestito si attesta a 2mila 486 mld, con la quota delle masse investite nelle gestioni collettive che pesa per il 52,4% del totale.
Risparmio gestito: numeri e trend 2022
Nel primo trimestre dell’anno, si conferma il solido apporto dei fondi aperti (in crescita per due anni consecutivi) che hanno contribuito per 12,8 mld. Più modesto il contributo dei fondi chiusi, comunque in positivo di 1224 miliardi. I disinvestimenti caratterizzano le gestioni di portafogli (-3mila 71 euro). Questo andamento negativo, spiega Assogestioni, dipende soprattutto da alcune operazioni infragruppo nell’ambito dei mandati istituzionali, avvenute nel periodo.
A livello di macro-categorie, i risparmiatori hanno ribadito la preferenza in particolare per i prodotti azionari (+9,4 mld) e i bilanciati (+5,2 mld). Arretra invece l’obbligazionario.
Segnali positivi dai Piani Individuali di Risparmio: i fondi PIR ordinari hanno registrato sottoscrizioni nette per 160 mln e chiudono il 1° trimestre 2022 con un patrimonio di 19,8 mld. Al 31 marzo, Assogestioni censisce 16 prodotti PIR alternativi per una dotazione patrimoniale di 1,82 mld.
Aprile conferma il trend, con un 1,6 mld di raccolta netta ed una marcata preferenza per i fondi azionari (+2,3 mld) e bilanciati (+1,2 mld). Dunque, non ha pesato l’incertezza finanziaria e geopolitica legata alla guerra in Ucraina.