Tra i correttivi alla legge delega di riforma fiscale attualmente in discussione in Parlamento, uno dei punti più dibattuti è la riforma delle rendite finanziare, con l’introduzione temporanea di due nuove aliquote uniche per la tassazione dei redditi da capitale compresi quelli di natura immobiliare, con i decreti attuativi dovrebbero attestarsi al 15% ed al 26% livellando su queste nuove aliquote anche tassazioni oggi maggiormente agevolate.
Cedolare secca sugli affitti
Nel nuovo quadro d’imposta previsto dalla riforma fiscale, rientrerebbe anche l’attuale cedolare secca sugli affitti, prevista al 21% in via ordinaria ed al 10% per le locazioni a canone è concordato nei Comuni ad alta densità abitativa (inseriti nell’elenco del Cipe – Comitato interministeriale programmazione economica), in quelli sotto i 10mila abitanti che negli ultimi cinque anni hanno subito eventi calamitosi o sisma Centro Italia 2016. Il timore è che la nuova aliquota unica possa comportare un aumento delle tasse per le locazioni delle persone fisiche che affittano un immobile di categoria catastale A (esclusi A10) a scopo abitativo, scegliendo di versare l’imposta unica sostitutiva di IRPEF e addizionali, senza ulteriori imposte.
Rendite finanziarie e Titoli di Stato
Discorso simile per quanto concerne la tassazione agevolata sui Titoli di Stato (BOT e BTP) al 12,5%: ad oggi, i redditi da capitale (interessi e dividendi) sono tassati al 26%, così come le plusvalenze immobiliari ma per quanto concerne l’aliquota agevolata il timore è che nella definizione delle aliquote uniche si vada verso un innalzamento della tassazione. Il passaggio che genera timori è il seguente:
l’applicazione, a regime, della medesima aliquota proporzionale di tassazione e, in via transitoria, di due aliquote di tassazione proporzionale, ai redditi derivanti dall’impiego del capitale, anche nel mercato immobiliare.
Verso un sistema duale
La proposta di Governo, mal digeriti da alcuni partiti di maggioranza, è quella di passare ad un sistema duale con aliquota unica (solo transitoriamente doppia) per tutte le somme fuori dal sistema impositivo IRPEF. Si andrebbe in pratica verso un sistema proporzionale per tutti gli importi non tassati progressivamente.
Il Ministero dell’Economia esclude un aumento della pressione fiscale rispetto a quanto sarà previsto dai decreti attuativi, ma i partiti non si fidano e hanno chiesto una sorta di clausola-veto su questo punto, senza tuttavia giungere ad un accordo con l Governo. Da qui, la probabile necessità di procedere al voto singolo per tutti gli emendamenti al ddl di delega fiscale.