Detto in termini semplici, le famiglie in tempo di crisi tendono a tenere i soldi sotto il materasso: visto che siamo nel terzo millennio, in realtà si limitano a tenerli sul conto corrente, invece che a spenderli o investirli. E lo stesso fanno le imprese, che anzi tendono a tenere liquidità in cassa ancor più dei privati. E’ uno degli effetti della pandemia Covid, che viene rilevato dal tradizionale bollettino mensile ABI: sui conti correnti delle famiglie c’erano, a settembre 2020, 1.682 miliardi, cifra che è in costante aumento negli ultimi mesi, e che segna una variazione tendenziale (rispetto allo stesso mese dell’anno prima) dell’8%.
Tenendo conto che le entrate delle famiglie sono probabilmente diminuite, in tempi di massiccio ricorso a cassa integrazione e sussidi, e di perdita di fatturato e di posti di lavoro, l’andamento segnala una propensione al risparmio che, tecnicamente, è un indice di paura tipico nei momenti di crisi. Il trend di crescita dei depositi bancari, sottolinea l’ABI, non riguarda solo l’Italia ma i principali paesi europei.
Secondo i dati ufficiali della BCE, la Banca centrale europea, tra gennaio ed agosto 2020 la dinamica dei depositi ha evidenziato un’accelerazione particolarmente significativa anche in Francia, passata da variazioni su base annuale del 7,3% ad incrementi del 15,4%, e in Germania da +3,2. Questo dato si confronta con un il 6,6% (da 6,2%) dell’Italia, e una media dell’area dell’euro da +4,5 a +8,5%.
Il trend rialzista è dovuto in via prevalente alla domanda delle imprese, segnala l’ABI. Nel dettaglio, ad agosto 2020: in Francia i depositi delle imprese sono cresciuti del 29,2% su base annuale (+8,9% per le famiglie); in Germania del 13,1% (+5,1% famiglie); in Italia del 18,2% (+5,2% per le famiglie). Per l’insieme dei Paesi dell’euro, i depositi delle imprese sono cresciuti del 18,3% mentre quelli delle famiglie del 6,4%.
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Aumentano anche i prestiti, sia alle famiglie sia alle imprese, con un variazione totale annua positiva del 3%. Ad agosto 2020 i finanziamenti alle imprese sono saliti del 6%, quelli alle famiglie dell’1,9%. La domanda di prestiti delle imprese aumenta per effetto delle ingenti esigenze di liquidità connesse con l’emergenza sanitaria, e si avvale anche di condizioni favorevoli previste dalle norme agevolative sul costo dei finanziamenti.