Il dato peggiore è quello relativo ai rendimenti, come era facile aspettarsi visto il periodo caratterizzato da forti turbolenze sui mercati: nel primo trimestre dell’anno i fondi pensione negoziali hanno perso il 5,2%. Ancor più drastici i cali dei fondi aperti e dei PIP (Piani individuali di risparmio) caratterizzati da una maggior esposizione azionaria e sotto, rispettivamente, del 7,5% e del 12,1%. Sono invece stabili le adesioni e i versamenti contributivi (su cui però i dati più rilevanti saranno quelli del secondo trimestre).
Sono 9,185 milioni le posizioni in essere al 31 marzo 2020, con una crescita dello 0,7%, pari a 68mila unità, limitata quindi rispetto ai periodi precedenti. Il patrimonio è pari a 53,7 miliardi di euro, in diminuzione del 4,3% rispetto a fine 2019 (rispettivamente del 5,7 e dell’1,4% per fondi aperti e PIP nuovi).
Sono gli ultimi dai Covip, l’autorità di vigilanza sui fondi pensione, relativi al primo trimestre 2020, che incamerano quindi il primo impatto sul settore dell’emergenza Coronavirus. Per tutte le forme di fondi pensione, sottolinea il report, «il calo delle risorse nel trimestre è spiegato in massima parte dalle perdite in conto capitale a fronte di una sostanziale stabilità dei contributi rispetto al passato».
Rendimenti a confronto
Nel primo trimestre di quest’anno è stato decisamente più remunerativo il TFR, che si è rivalutato dello 0,4%. Una valutazione su periodi più ampi, vede però in vantaggio i rendimenti dei fondi previdenziali. Sui 10 anni dal 2009 al 2019, il TFR si è rivalutato del 2%, mentre i fondi hanno guadagnato il 3,6% (negoziali), il 3,8% (aperti e PIP nuovi). Resta favorevole ai fondi anche il risultato di lungo periodo che si ottiene aggiungendo gli ultimi tre mesi (che come detto hanno visto forti perdite dei fondi a fronte di una sostanziale stabilità del TFR): i fondi negoziali e aperti hanno guadagnato il 3%, i PIP il 2,4%.
Impatto Coronavirus
Covip fornisce anche una serie di informazioni su come i fondi hanno gestito questa fase di emergenza Coronavirus in termini di comunicazione con gli iscritti e gestione del patrimonio. Gran parte dei fondi pensione negoziali ha divulgato sul proprio sito (spesso attraverso le newsletter, talvolta mediante comunicati ad hoc) l’invito a non compiere scelte sull’onda emozionale, che potrebbero comportare il consolidamento di perdite. Molti fondi hanno consentito la possibilità di annullare le richieste di switch, anticipazione, trasferimento o riscatto già presentate dagli iscritti. Infine, è stata intensificata l’interlocuzione con i gestori finanziari, anche concordando margini di maggiore flessibilità rispetto ai limiti di investimento individuati nelle convenzioni, di natura quantitativa e qualitativa, fermi restando, ovviamente, i limiti normativi relativi alle singole classi di asset.
Sottolineiamo come sempre la differenza di fondo fra le due forme di risparmio, TFR e fondi pensione: il trattamento di fine rapporto ha un rendimento legato all’inflazione quindi basso ma stabile, mentre i fondi possono garantire vantaggi maggiori ma dipendono dall’andamento dei mercati (sono prodotti finanziari, comunque molto regolamentati in considerazione della funzione di risparmio).