Per Paolo Savona, nel suo primo discorso da presidente della Consob in assemblea annuale, l’economia italiana ha due fondamentali punti di forza, la competitività delle imprese e il livello di risparmio: e da qui si dovrebbe partire anche nell’ambito del negoziato in corso con l’Europa per evitare la procedura per debito eccessivo.
Per la comunità europea e globale, l’Italia non rappresenta un problema finanziario ma una risorsa, dalla quale molti paesi attingono per soddisfare le loro necessità.
Certo, i problemi esistono, e «sono stati efficacemente analizzati nelle recenti considerazioni finali del Governatore della Banca d’Italia».
Ma «i giudizi negativi non di raso espressi da istituzioni sovranazionali, enti nazionali, e centro privati appaiono prossimi a pregiudizi», proprio perché non tengono conto dei due pilastri sopra esposti su cui si basa la nostra economia.
La ricetta per la crescita?
Investimenti aggiuntivi nell’ordine di 20 miliardi di euro, utilizzando risparmio interno.
Ossia? «La fiducia trova alimento nella crescita reale, che a sua volta la genera e il clima politico e sociale resta favorevole», spiega l’economista, e «il binomio fiducia-crescita riceverebbe un impulso certo e rilevante da un’azione congiunta del settore privato e pubblico», smobilitando appunto investimenti per 20 miliardi di euro.
L’analisi dell’attuale situazione dei conti pubblici, a rischio procedura d’infrazione, mette in luce un aspetto che tradizionalmente l’Italia fa valere sui tavoli internazionali, ovvero l’alto livello di risparmio e la composizione del debito, in gran parte in mano agli intermediari nazionali.
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Ci sono poi considerazioni tecniche sui criteri per garantire la sostenibilità del debito («il saggio di incremento deve restare mediamente al di sotto del saggio di crescita del PIL»), che si risolvono nell’indicazione, esplicitamente rivolta a Bruxelles, di adottare nuovi criteri che restituiscano «ai debiti sovrani, incluso quello italiano, la dignità di ricchezza protetta che a essi attribuiscono giustamente gli investitori».
Questo «allontanerebbe i sospetti sulla possibilità di insolvenza del nostro debito pubblico» che sono «oggettivamente infondati».
C’è anche una proposta per dare «un contributo significativo alla stabilità finanziaria» rappresentato dalla «creazione di un titolo europeo privo di rischio».
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E infine, un’analisi dell’innovazione della finanza. Le nuove tecnologie (intelligenza artificiale, big data, blockchain), se ben utilizzate possono portare a «un miglioramento del binomio rischio-rendimento», mentre i gestori del risparmio continuano ad attuare «una strenua difesa di metodi ormai obsoleti».
In questo senso, la Consob «ha in corso di definizione un accordo per dare vita, insieme alle istituzioni che volessero aderire, a un centro di ricerca e formazione, possibilmente universitario, che propone di chiamare con l’acronoimo SAFE, scuola per le applicazioni Fintech elettroniche».