Lo spread (differenziale fra rendimento dei titoli decennali italiani e tedeschi) vola in giornata sopra i 320 punti base (record dal 2013), Piazza Affari arriva a perdere il 3% (trascinata al ribasso dal settore finanziario), in rosso anche altre Borse europee. Ma il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, rassicura il sistema Italia commentando ufficialmente con parole chiare quel che sta succedendo sui mercati, che non smettono di speculare sul rischio Italia:
«Non vi sono giustificazioni se non emotive per ciò che osserviamo oggi sui mercati: l’economia italiana si sta rafforzando, prosegue il recupero dell’occupazione, sono state eliminate fonti di rischio sistemico nel settore bancario».
I mercati, però, continuano a essere in fibrillazione e colpiscono banche e titoli di stato (debito pubblico): tecnicamente l’allargarsi dello spread fotografa un maggior “rischio Italia”, ovvero il timore degli investitori per la solidità delle finanze pubbliche del Paese. L’unico caso in cui i titoli di stato non vengono pagati, lo ricordiamo, è quello di default, che significa fallimento. Quindi, rischio Italia significa pericolo che l’Italia fallisca.
Eppure il Governatore di Bankitalia ricorda invece che l’Italia è in salute. E Bruxelles ha da poco approvato senza riserve il Documento di Bilancio. Dunque?
Il punto è che i timori sull’Italia sono legati alla situazione politica: in corso un nuovo mandato a Carlo Cottarelli, per formare un governo tecnico che porti il paese alle elezioni.
I timori riguardano il rischio che le prossime elezioni, imminenti (si parla del 29 luglio), diventino una sorta di referendum sulla permanenza nell’Euro. Malgrado le rassicurazioni fornite dagli stessi leader delle due forze politiche, Movimento 5 Stelle e Lega, che hanno escluso di aver in programma l’uscita dall’Euro.
Mentre i movimenti finanziari di questi giorni non hanno immediato impatto sulle tasche di contribuenti e imprese. Sul medio – lungo termine, per, se proseguissero potrebbero comportare i rischi più volte sottolineati in questi giorni: salita dei mutui e condizioni più difficili per i prestiti.
C’è invece un impatto sull’emissione dei titoli di stato, che in un mercato in fibrillazione costa di più al Paese.