L’ultima versione del decreto sulle semplificazioni fiscali apporta qualche novità sui conti di deposito liberi e vincolati detenuti dai privati risparmiatori, che negli ultimi anni hanno rappresentato un’arma piuttosto affilata nelle mani delle banche “online”, con gestione a distanza delle relazioni.
Ebbene, stando all’ultima bozza del decreto legge, l’onere in capo ai risparmiatori dovrebbe concretizzarsi con l’applicazione di un’aliquota pari a 0,10 punti percentuali per il 2010, e di 0,15 punti percentuali per il 2013, da calcolarsi sulla base imponibile del controvalore del rapporto, con l’applicazione di un minimo di 34,20 euro e un massimo di 1.200 euro (quest’ultimo, tuttavia, stabilito solo per il 2012).
In un’ottica di ampiamento degli introiti derivanti da simili prodotti, l’esecutivo ha pertanto intenzione di allargare anche ai conti deposito la tassazione prevista per gli strumenti finanziari. Il prelievo dovrebbe avvenire con cadenza annuale, eventualmente frazionabile a seconda del quantitativo di comunicazioni inviate dall’intermediario: tecnicamente, infatti, il prelievo sarebbe concretizzato attraverso un’imposta di bollo sulle comunicazioni inviate dalla banca al cliente. Di conseguenza, se cresce il numero di comunicazioni, aumenta anche la frequenza di addebito dell’imposta di bollo, che complessivamente non supererà, ad ogni modo, la misura annua sopra indicata.
Oltre ai conti di deposito, ad essere colpiti attraverso questa estensione della tassazione sui rapporti bancari sono anche i certificati di deposito, altro frequente strumento di raccolta emesso dalle banche, che fino ad oggi era esentato dal pagamento dell’imposta di bollo poiché non rappresentativo né di un rapporto di conto corrente o conto deposito, né tanto meno equiparabile a uno strumento finanziario necessitante di un deposito titoli o di un deposito amministrato.
L’aliquota sopra esposta non deve inoltre essere confusa con quanto già in applicazione sui conti correnti, né duplicata su tali rapporti: i conti correnti continueranno infatti ad essere assoggettati al pagamento di un bollo fisso di 34,20 euro se intestati a persone fisiche, o 100 euro se detenuti da persone giuridiche, ammesso che la giacenza media risulti essere superiore ai 5 mila euro.