Il Fondo PMI quotate stimola anche le IPO

di Barbara Weisz

8 Novembre 2024 14:27

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Le opportunità del Fondo PMI quotate al debutto nel 2025 e l'analisi degli incentivi: intervista a Guglielmo Ruggeri, Financial Advisory & Investments.

Il Fondo per le PMI quotate che debutterà all’inizio del 2025 è uno strumento utile per far funzionare meglio il mercato rendendolo quindi più appetibile anche per nuovi ingressi. Ma per stimolare le aziende di piccole e medie dimensioni ad avvicinarsi alla borsa ci vorrebbero anche nuovi incentivi. Ulteriori rispetto al credito d’imposta sulle spese di consulenza appena prorogato dalla Manovra 2025.

E’ l’opinione di Guglielmo Ruggeri, founding partner di FAI (Financial Advisory & Investments), sul nuovo Fondo dei fondi sottoscritto al 49% dal ministero delle Finanze tramite Cdp, Cassa depositi e prestiti, e per il restante 51% da privati.

Fondo per le PMI quotate in Manovra 2025

Il Fondo per la quotazione delle PMI parte con una dotazione di 350 milioni di euro ma punta a mobilitare risorse pari almeno al doppio. Obiettivo: investire, attraverso altri fondi, nelle PMI quotate sul segmento EGM (Euronext Growth Milan), di Borsa Italiana.

«Le PMI quotate in borsa sono un esempio per le imprese che ancora non sono sul mercato – sottolinea Ruggeri -. Quindi, se ottengono buoni risultati, possono svolgere un ruolo importante per spingere altre aziende verso la quotazione. Viceversa, se la borsa non produce impatti particolarmente positivi, non motiva chi sta ancora valutando questo passaggio».

Il segmento EGM negli ultimi due anni ha sottoperformato rispetto al resto del mercato, e di conseguenza si pensa a sostenerlo favorendo l’ingresso di nuovi capitali pronti a investire. «Attualmente ci sono pochi scambi, e di conseguenza le aziende quotate hanno valori che non esprimono pienamente la realtà aziendale. Anche il fatto che non siano molte le PMI sul segmento EGM non alimenta gli scambi, mentre invece stimolare una maggior presenza di queste imprese aumentando la capitalizzazione avrebbe effetti positivi anche sul funzionamento della borsa stessa».

Strumenti di sostegno alle imprese

Avvicinare le piccole e medie imprese ai mercati finanziari è tradizionalmente un impegno di Borsa Italiana, che ha anche un programma, chiamato Elite, per avvicinarle al percorso di quotazione. Resta il fatto che in un panorama di oltre 200mila piccole e medie imprese, solo 399 sono presenti sui listini di Piazza Affari (dati Borsa Italiana del settembre 2024). Sull’Euronext Growth Milan sono quotate 211 aziende, per una capitalizzaizone totale pari a 8,4 miliardi.

Quindi, oltre a sostenere il mercato favorendo l’ingresso di nuovi investitori, «non c’è dubbio che sia anche importante sostenere le aziende che invece alla quotazione ci stanno pensando ma non l’hanno ancora intrapresa. Fra i motivi di resistenza delle PMI verso la quotazione, ci sono i costi. In secondo luogo, l’ingresso in borsa sottintende anche una struttura adeguata, e un’azienda che fattura 40-50 milioni fa fatica a raggiungerla. Eppure, se un imprenditore vuole crescere e continuare a gestire l’azienda in prima persona, la quotazione è la soluzione preferibile».

Il motivo? La borsa offre la possibilità di crescere dimensionalmente, obiettivo che una PMI deve sempre porsi. «Nell’80% dei casi queste aziende fatturano poco pur essendo redditizie. Magari hanno buoni risultati in termini di Ebitda, quindi di utile lordo, ma dimensionalmente restano piccole. Per crescere, possono aprire il capitale a nuovi investitori oppure quotarsi. Quest’ultima opzione va incontro anche all’esigenza spesso sentita come prioritaria dall’imprenditore di detenere la governance».

Per incentivare questa scelta, secondo Ruggeri, è utile aiutarle anche fiscalmente.

«Il credito d’imposta sulle spese consulenza prorogato dalla Manovra 2025 è uno strumento utile, ma non basta». Si tratta, lo ricordiamo, di un credito d’imposta pari al 50% dei costi di consulenza sostenuti per l’operazione, fino a un massimo di 500mila euro. «Ma lo sbarco in borsa prevede anche altri costi: fra personale in più, consulenze, adempimenti, ci vuole una cifra considerevole. Per questo motivo mi sembra opportuno pensare ad altri incentivi che le aiutino a sostenere i costi dell’operazione».