La Supply Chain Finance svolge un ruolo sempre più strategico per l’accesso al credito delle imprese italiane, con il ricorso ai fondi di filiera per ottenere nuova liquidità.
Nel 2023, le soluzioni di filiera hanno permesso di finanziare il capitale circolante per quasi 600 miliardi di crediti commerciali complessivi.
Supply Chain Finance in Italia
A fare il punto sugli sviluppi di questo comparto è l’ultimo rapporto dell’omonimo Osservatorio della School of Management del Politecnico di Milano, dal cui ultimo rapporto emergono questi dati.
Il rallentamento macro-economico e l’aumento dei tassi d’interesse hanno innalzato i costi del finanziamento tradizionale per le imprese, che possono appoggiarsi agli strumenti innovativi del Supply Chain Finance per un accesso agevolato al credito anche se in difficoltà, soddisfacendo il bisogno di liquidità e finanziando il capitale circolante grazie a relazioni di filiera.
=> Finanza alternativa: le opportunità per le PMI
Finanza alternativa: gli strumenti più diffusi
Le soluzioni più utilizzate dalle imprese sono risultate essere il Factoring (la cessione di crediti commerciali) e l’Anticipo Fattura (anticipazione finanziaria di una o più fatture ancora non riscosse).
In crescita anche il Reverse Factoring (la cessione delle fatture ai fornitori grazie al merito creditizio), Confirming (con cui l’impresa autorizza l’operatore finanziario al pagamento dei fornitori), il Purchase Order Finance (ordine da un cliente con merito creditizio a garanzia di un finanziamento).
Infine, Dynamic Discounting (pagamento anticipato con sconto proporzionale ai giorni di anticipo), Carta di Credito B2b e Invoice Trading (cessione del credito a terze parti su fatture emesse dall’azienda).
Sullo sfondo c’è anche il BNPL B2B, ossia il Buy Now Pay Later anche per gli scambi tra imprese: il fornitore capo-filiera acquista prodotti e servizi posticipando il pagamento, con il supporto di un istituto finanziario, in virtù de suo solido portafoglio clienti.