L’industria del crowdinvesting in Italia è protagonista di una lieve contrazione del mercato, sia considerando i milioni di euro raccolti negli ultimi 12 mesi sia il numero di portali autorizzati.
Sebbene sia considerata un’alternativa valida sia per gli investitori che per le imprese che devono finanziarsi, il crowdinvesting è calato dell’1% fermandosi a 343,79 milioni di euro raccolti, come sottolinea l’ottavo Report italiano sul Crowdinvesting realizzato dall’Osservatorio della School of Management del Politecnico di Milano.
Equity crowdfunding: il mercato italiano
Focalizzando l’attenzione sull’equity crowdfunding, la raccolta annuale ha raggiunto 86,64 milioni di euro (-11%) per i progetti non immobiliari e 56,42 milioni (+28%) per quelli immobiliari: è proprio l’industria del real estate a mostrare una particolarmente vivacità in Italia, soprattutto per il lancio di progetti di breve-medio termine per la riqualificazione, o la realizzazione ex novo, di proprietà immobiliari con successiva cessione.
I minibond collocati sui portali, invece, sono in diminuzione mentre i portali di lending hanno generato un ammontare di 24,76 milioni prestati a persone fisiche e 155,15 alle imprese.
Secondo Giancarlo Giudici, Direttore scientifico dell’Osservatorio Crowdinvesting – School of Management Politecnico di Milano:
per la prima volta registriamo un segno negativo, seppure modesto (-1%) nella raccolta annuale dell’industria.
Soffrono l’equity crowdfunding dei portali non immobiliari e i collocamenti di minibond, soprattutto nel primo semestre 2023. Invece, hanno contribuito a sostenere il mercato i progetti immobiliari, in particolare nel mondo lending.
Prospettive future
Siamo a un punto di svolta nel panorama dell’industria nazionale dell’equity e lending crowdfunding – commenta
Siamo ormai alla vigilia della piena entrata in vigore del nuovo Regolamento europeo ECSP e le piattaforme stanno lavorando per ottenere le necessarie autorizzazioni entro la data fatidica del 10 novembre.
La prospettiva futura, secondo Giudici, riguarda la possibilità di operare in un mercato unico, con importanti novità riguardo la raccolta di capitale di rischio che non è più limitata alle PMI, ma anche i prestiti che saranno basati su nuovi adempimenti relativi a trasparenza, marketing delle offerte e informativa per gli investitori.