Le banche italiane sono attentamente monitorate dalla BCE e dalla Banca d’Italia, che impongono regole rigide. Inoltre, il sistema bancario italiano ha dimostrato di essere solido di fronte alle crisi d’Oltreoceano e della Svizzera.
Lo ha affermato Antonio Patuelli, presidente dell’ABI, durante il Festival dell’Economia di Torino, nel corso del quale ha anche rimarcato la difficile situazione in cui versano le imprese con mutui variabili.
Risultati banche: non solo impatto tassi
Patuelli sottolinea che non bisogna pensare che i risultati positivi delle banche nel 2022 siano dovuti principalmente o esclusivamente all’aumento dei tassi d’interesse avvenuto da luglio in poi. Infatti, quei risultati erano già presenti nelle semestrali del 2022 e non dipendono solo dall’andamento dei tassi. Negli anni passati, le banche italiane hanno intrapreso importanti operazioni di patrimonializzazione, accantonamenti e ristrutturazioni.
Effetto alti tassi sulle imprese
Per le imprese, la situazione è diversa: molte non hanno programmato i costi legati ai tassi più alti e si rischia un deterioramento dei crediti e nuove crisi aziendali. Patuelli evidenzia la necessità di prevenire i rialzi accantonando utili.
Sono potenzialmente interessati i mutui d’impresa che rientrano in quel 37% (registrato da Bankitalia) di mutui in essere sottoscritti con tasso variabile, che mese su mese registrano un’impennata della rata difficilmente gestibile.
Rischi per imprese con prestiti e mutui variabili
Secondo Patuanelli, le imprese italiane non hanno previsto costi adeguati alla liquidità nei loro piani pluriennali. Se i tassi dovessero rimanere alti ancora per molto tempo – e le recenti anticipazioni sulle prossime scelte di politica monteraria della BCE lasciano chiaramente intravedere questo percorso – potrebbero verificarsi crisi di impresa con un effetto domino destinato a generare un deterioramento dei crediti bancari.
Il presidente dell’ABI ritiene che l’abitudine di imprese e cittadini ad affidarsi a tassi pi che convenienti, tipica degli scorsi anni, ha portato ad un eccesso di fiducia e ad un mancato accantonamento a riserva per potenziali nuovi costi dei mutui e dei prestiti a tasso variabile contratti negli anni in cui il costo del denaro era praticamente a zero.
Se non si pianificano questi costi, ha ricordsato Patuanelli, le famiglie ma soprattutto le imprese possono incontrare difficoltà. Ed è lo scenario che si sta prefigurando adesso.
Prevenire crisi aziendali e deterioramento dei crediti
Per evitare nuove crisi aziendali e il rischio default, dunque, le banche fare la loro parte: prima di tutto devono contrastare il deterioramento del credito, ma anche prevenirne gli effetti. Come? Accantonando maggiormente utili. Stessa strategia che devono adottare le aziende italiane.