Lending Crowdfunding: piccoli investitori per il credito delle PMI

di Anna Fabi

Pubblicato 20 Gennaio 2023
Aggiornato 21 Gennaio 2023 07:14

Lending crowdfunding per finanziare l'economia reale con fli investimenti dei piccoli risparmiatori: come si guadagna con questa formula di crowdfuning.

La crescita del social lending in ambito crowdfunding procede a ritmi sostenuti, con un ruolo sempre più strategico nell’ambito degli strumenti di micro-credito alle piccole imprese. In base all’ultimo rapporto sulla Finanza alternativa per le PMI, la raccolta è stata pari a 185,6 milioni di euro nel periodo tra luglio 2021 e giugno 2022.

Gli ultimi anni hanno registrato volumi sempre più significativi di campagne di avviate e finanziamenti erogati, con una crescita esponenziale della raccolta che testimonia la necessità di un canale rapido di accesso ai capitali, oltre che uno strumento innovativo per i piccoli investitori che vogliono diversificare il proprio portafoglio.

Lending Crowdfunding: cos’è e come funziona

A differenza dell’equity crowdfunding , nel social crowdfunding chi investe non diventa socio dell’impresa a cui eroga credito ma resta un semplice investitore, o meglio un prestatore di liquidità a fronte di un tasso di interesse. Un contratto di prestito online definisce infatti i termini per la restituzione del finanziamenti, con i relativi interessi.

Per la definizione degli interessi sul capitale che l’impresa dovrà a pagare, ad influire sono sia il rating aziendale sia la durata del prestito.

Un tipico vantaggio del lending crowdfunding per chi investe è il rendimento lordo annuale per questo tipo di investimenti: può arrivare fino al 12%. L’ammontare minimo di finanziamento che si può ottenere per le imprese che presentano un progetto, invece, può andare da 10mila a 3 milioni di euro.

Come si investe

Le piattaforme possono applicare due modelli operativi, che assieme o alternativamente permettono all’investitore di scegliere il progetto da finanziare.

  • Libera scelta – Il prestatore ha accesso a tutti i progetti in piattaforma e sceglie chi vuole finanziare, in base ai limiti minimi e massimi di investimento per singolo progetto già prestabiliti.
  • Allocazione predefinita – La piattaforma alloca la somma che il prestatore sceglie di investire applicando in automatico un matching (abbinamento) tra richieste e offerte in piattaforma.

Requisiti di ammissione

Possono iscriversi alle piattaforme di social crowdfunding imprese costituite in forma individuale o societaria, professionisti e associazioni.

Le imprese che cercano un finanziamento per il loro scale-up sotto forma di social lending su piattaforme autorizzatr devono avere un fatturato minimo che va da 50mila a 250mila euro, possibilmente con aoutlook positivo. Vengono ammesse quelle prive di indicatori di rischio per i prestatori (nessun pignoramento, protesto o segnalazione alla centrale rischi).

Viene assegnato un rating. La valutazione riguarda lo status economico-finanziario e la capacità di ripagare il debito in caso di default. In base a tale indice assegnato dalla piattaforma in fase di istruttoria, l’impresa viene inserita in una classe di rischio che influisce sulla percentuale di interessi versati sulla somma finanziata.

Piattaforme di lending

Tra le piattaforme autorizzate che offrono un servizio di lending, in Italia ci sono realtà più o meno affermate. Tutte si basano sul concetto di raccolta fondi nell’ambito della collettività, con soglie di accesso alla portata dei piccoli investitori: si può investire in genere partendo da meno di mille euro per singolo progetto. Ma ogni piattaforma e campagna può avere proprie regole.

Secondo i dati dell’Osservatorio Crowdinvesting del Politecnico di Milano, in base all’ultimo “censimento”, le piattaforme di social lending crowdfuding operative in Italia sono circa 30. Ecco l’elenco in ordine alfabetico: Opyn (ex BorsadelCredito.it), Bridge Asset, Buildlenders.it, Businesslending.it, Credimi.com/futuro, Criptalia, Crowdlender.it, Ener2Crowd, Invest-t.it, Italy-crowd, Isicrwd, Motusquo, Prepayinvestimenti.it, Prestiamoci.it, Profitfarm.it, Realestatesource.it, Recrowd.com, Relender.eu, Rendimento Etico, Smartika, Soisy.it, Trusters e Valore Condiviso.

Pro e contro

Il vantaggio numero uno del social lending è la semplicità di ivnestimento in economia reale, conoscendo bene il progetto finanziato csì da valutarne le potenzialità.

L’investimento è reso più sicuro quando le campagne riguardano esclusivamente progetti di sviluppo, senza finanziate la copertura di debiti, perdite o tasse. Inoltre, un criterio per investire in maniera oculata è scegliere piattaforme su cui le aziende selezionate rispondono ai criteri di un modello di rating che comprende anche un indice di rischio.

Un esempio è Investimento Digitale, portale di incontro tra imprese e finanziatori, dove i prestiti sono erogati a PMI, che richiedono finanziamenti tra 50mila e 2,5 milioni di euro tramite prestiti di durata variabile da 6 a 48 mesi e con modalità di restituzione del capitale e degli interessi da definirsi di volta in volta.

Lo svantaggio del social landing è ovviamente dato dal rischio sul ritorno dell’investimento non potendo avere certezza degli esiti della campagna, quando finalizzata alla realizzazione di un progetto.

Lending crowdfunding: tassazione e vantaggi fiscali

Le rendite legate al sono considerate redditi da capitale. Pertanto sconterebbero una tassazione ordinaria con aliquota al 26%. Tuttavia, il comma 44, art. 1 della Legge 205/2017 (la Manovra 2018) assoggetta gli interessi percepiti dai prestatori di credito ai portali di social lending a ritenuta alla fonte, a titolo di imposta, del 20% nei caso in cui siano i gestori dei portali ad applicarla direttamente.