E’ partito il Fondo Patrimonio PMI istituito dal decreto Rilancio, che prevede -previa richiesta – la sottoscrizione d parte di Invitalia di obbligazioni e titoli di debito delle imprese con determinati requisiti. E sono operativi anche tutti gli altri strumenti a sostegno della capitalizzazione previsti sempre dal dl 34/2020 per il settore produttivo colpito dall’emergenza Covid.
«Un intervento senza precedenti – ha sottolineato il ministero dell’Economia, Roberto Gualtieri -, estremamente vantaggioso e che contribuisce in modo significativo a sostenere un settore cruciale e strategico del nostro sistema economico, più di 50mila imprese medie da 5 a 50 milioni di fatturato, ma che punta anche al problema strutturale della sottocapitalizzazione delle nostre PMI».
Il riferimento normativo è l’articolo 26 del decreto Rilancio: tutti gli strumenti per gli investimenti nelle PMI attivati sono stati presentati nel corso di una conferenza stampa al Ministero delle Finanze, a cui hanno partecipato, oltre a Gualtieri, il ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli, l’amministratore delegato di Invitalia Domenico Arcuri, il direttore generale del Tesoro Alessandro Rivera e il direttore generale delle Finanze Fabrizia Lapecorella.
Partiamo dall’ultima misura che è diventata operativa, ovvero il Fondo istituito dal comma 12 dell’articolo 26 del decreto: «da oggi (16 settembre, ndr) a mezzogiorno e fino alla fine dell’anno – spiega Arcuri -, le imprese di medie dimensioni potranno richiedere l’accesso al Fondo Patrimonio PMI, che potrà sottoscrivere obbligazioni o titoli di debito di imprese con ricavi superiori a 10 milioni, che effettuano un aumento di capitale non inferiore ai 250mila euro».
Non c’è nessun click day, il fondo ha un plafond di 4 miliardi di euro che, secondo Arcuri, rappresentano «una dotazione sufficiente per dare credito a tutti quelli che ce lo chiedono e meritano di averlo». Invitalia valuta le domande in ordine cronologico, e promette di verificarne l’ammissibilità in dieci giorni. E’ prevista la possibilità di chiedere un’integrazione della documentazione, da fornire in dieci giorni. Se alla fine «la domanda viene ammessa, spiega ancora l’AD di Invitalia -, in altri dieci giorni eroghiamo il prestito. Se l’impresa è efficace nel fornire le informazioni, il tutto dura 20 giorni, altrimenti dura al massimo 30 giorni».
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Requisiti per le PMI
Il Fondo può sottoscrivere, entro il 31 dicembre 2020, obbligazioni o titoli di debito subordinati, emessi dalle società di capitali con i seguenti requisiti:
- ricavi fra i 10 e i 50 milioni di euro;
- numero di dipendenti inferiore a 250;
- riduzione dei ricavi complessiva , a causa dell’emergenza Covid, nei mesi di marzo e aprile 2020 non inferiore al 33% rispetto allo stesso periodo 2019;
- aumento di capitale pari ad almeno 250mila euro fra il 20 maggio 2020 ed il 31 dicembre 2020;
- “virtuosità” al 31 dicembre 2019 (nessuna difficoltà, regolarità contributiva e fiscale e con le disposizioni in materia di normativa edilizia ed urbanistica, lavoro, prevenzione infortuni e salvaguardia dell’ambiente).
Come funziona
In estrema sintesi, lo Stato investe una cifra massima che è pari al minore di questi due fattori: tre volte l’aumento di capitale privato, oppure il 12,5% del fatturato 2019. Il tasso è agevolato, non è prevista valutazione del merito di credito. Il rimborso è a sei anni, con possibilità di rimborso anticipato a tre anni. La PMI ha una serie di obblighi che prevedono di investire il capitale sottoscritto dallo Stato in strumenti operativi: capitale circolante, costi del personale, investimenti per espansione o ammodernamento. Sono previsti meccanismi di premialità al raggiungimento di determinati obiettivi.
Sia sul portale di Invitalia che sul sito del Ministero dell’Economia sono pubblicati materiali informativi e normative di riferimento.
Credito d’imposta investitori privati
Il comma 4 dello stesso articolo 26 prevede poi un credito d’imposta del 20% per gli investitori privati, persone fisiche e giuridiche, che effettuano conferimento in denaro pari ad almeno 2 milioni di euro, partecipando quindi ad aumenti di capitale che devono avvenire sempre fra il 20 maggio e il 31 dicembre 2020). Gli investitori si impegnano a detenere la partecipazione nella società fino al 31 dicembre 2023.
Bonus società ricapitalizzate
La società conferitaria può utilizzare, in base al successivo comma 8, un credito d’imposta al 50% delle perdite eccedenti il 10% del patrimonio netto, fino a concorrenza del 30% dell’aumento di capitale. Tutti i dettagli operativi sui crediti d’imposta sono contenuti nel decreto del ministero delle Finanze dello scorso 10 agosto.