Guida al nuovo Equity Crowdfunding

di Alessandra Caparello

5 Aprile 2023 10:01

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Equity Crowdfunding, opportunità per chi investe e per le imprese in piattaforma: le nuove regole per le campagne, la tassazione e le agevolazioni.

Il Crowdfunding è una modalità di finanziamento di imprese e startup, tramite un processo che coinvolge più soggetti, le quali conferiscono somme di denaro anche di modesta entità, per finanziare dal basso un progetto imprenditoriale o iniziative di vario genere, utilizzando anche specifici portali e servizi di intermediazione.

Tra le varie tipologie esistenti troviamo l’Equity Crowdfunding, che si configura quando, tramite l’investimento online, si acquista un vero e proprio titolo di partecipazione in una società, ovvero quando la ricompensa è rappresentata dal complesso di diritti patrimoniali e amministrativi che ne derivano.

Equity Crowdfunding: cos’è

L’Equity Crowdfunding permette di raccogliere finanziamenti tramite sottoscrizione di quote o azioni da persone fisiche oppure operatori professionali, con vincoli di importo massimo di investimento complessivo e individuale.

Si potrà investire una somma minima da utilizzare per subentrare nel capitale di un’impresa. Ciò significa che si diventerà socio di un’azienda che sponsorizza un determinato progetto, potendo ottenere un guadagno che sarà proporzionale all’investimento effettuato, e in base alla tipologia di rischio che caratterizza il progetto.

Perché funzioni, ha però bisogno di alcuni ingredienti fondamentali, a partire dall’utilizzo degli strumenti giusti e delle giuste competenze professionali, capaci di risolvere le esigenze finanziarie delle start-up early stage.

Vantaggi e svantaggi

Tra i vantaggi dell’equity crowdfunding si menziona in primis la possibilità per gli investitori che partecipano di seguire un lead investor, tipicamente un investitore qualificato promotore dell’iniziativa e investe più degli altri. E’ il lead investor che si fa carico della gestione dell’investimento a nome di tutti i partecipanti. Inoltre partecipando si rimane titolari del proprio investimento e si può uscire quando lo si ritiene opportuno. Tra gli svantaggi da menzionare c’è la possibile perdita dei propri capitali, caratteristica tipica di ogni investimento.

La nuova normativa in Italia

I modelli di Crowdfunding sono diversi e, tra questi, uno dei più diffusi in Italia è dunque quello equity based: l’Italia è il primo Paese in Europa ad essersi dotato di una normativa specifica e organica relativa al solo equity crowdfunding. Si tratta del DL 179/2012, che per primo ha concesso alle startup innovative e agli incubatori di startup innovative la possibilità di ricorrere a questo strumento.

Successivamente, la Legge di Bilancio 2017 ha esteso a tutte le PMI la possibilità di reperire capitale di rischio attraverso portali online. La Manovra 2019 ha esteso la raccolta di finanziamenti anche tramite strumenti finanziari di debito. Con il recepimento del Regolamento UE, si concede anche l’allargamento agli investitori esteri.

Infine, il quadro normativo si è da ultimo aggiornato con l’estensione del crowdfunding alle Srl (nei limiti previsti dal Regolamento UE: le quote di partecipazione in società a responsabilità limitata possano essere offerte al pubblico come prodotti finanziari attraverso piattaforme di crowdfunding secondo le modalità di sottoscrizione e trasferimento indicate dal regolamento.

Con l’adeguamento della disciplina italiana agli standard europei per quanto riguarda i fornitori di servizi di crowdfunding per le imprese, inoltre, l’alienazione delle quote avviene mediante una semplice annotazione del trasferimento nei registri ddll’intermediario.

I dettagli sono contenuti nel decreto legislativo n.30 del 10 marzo 2023 (pubblicato in Gazzetta Ufficiale), in  attuazione del regolamento (UE) 2020/1503.

La Consob disciplina lo strumento tramite regole di finanziamento standardizzate. Sono previsti requisiti per i gestori dei portali di Equity Crowdfunding e obblighi connessi all’attività (iscrizione in apposito registro, trasparenza sulle offerte, ecc.). Sui portali di Crowdfunding possono investire soggetti con:

  • valore del portafoglio di strumenti finanziari superiore a 250mila euro;
  • si impegnano ad investire un importo minimo stabilito da campagna, con contratto scritto;
  • effettuano l’investimento nell’ambito della prestazione del servizio di gestione di portafogli o di consulenza in materia di investimenti.

Come funziona il crowdfunding equity based

L’imprenditore propone su una piattaforma di equity crowdfunding una raccolta fondi allo scopo di finanziare il suo progetto. Con tale raccolta si fissa il traguardo monetario minimo da raggiungere. L’obiettivo viene poi suddiviso in quote dal prezzo fisso, che gli investitori possono decidere di acquistare.

L’imprenditore deve scegliere tra due tipi di campagne:

  • “all or nothing” in cui, se non si raggiunge l’obiettivo monetario minimo, i capitali vengono restituiti;
  • “keep it all” in cui il capitale raccolto viene trattenuto indipendentemente dal raggiungimento dell’obiettivo.

Per assumere le informazioni necessarie a decidere se investire (tramite internet) in strumenti finanziari emessi dalle imprese ammesse, gli investitori consultano i portali online che si occupano di equity crowdfunding. Si tratta di piattaforme vigilate dalla Consob che facilitano la raccolta del capitale di rischio.

I portali forniscono agli investitori le informazioni sulle aziende e sulle singole offerte, attraverso apposite schede, che possono essere presentate anche con strumenti multimediali tramite immagini, video o “pitch”.

Come funziona una campagna equity-based

  • Nella fase pre-campagna gli aspetti fondamentali da considerare sono volti alla lead generation, alla creazione di contenuti, il contatto con PR e giornali, la creazione di database per newsletter, la creazione della community, l’organizzazione di eventi di lancio.
  • Durante la campagna i follower della community dovranno essere convertiti in investitori diffondendo la comunicazione sui social network, inviando DEM, organizzando investor day. Finita la campagna è cruciale consolidare il rapporto con la community.
  • Tutte le informazioni relative all’azienda devono essere trasparenti: business plan, executive summary, perizie, brevetti, riconoscimenti, eventuali precedenti valutazioni provenienti da due diligence, la delibera di aumento di capitale e così via.

Tra i canali di comunicazione da sfruttare ci sono sicuramente i social network ma non sono da trascurare i canali tradizionali del mondo digitale quali email, sito web e blog.

Una campagna di comunicazione digitale deve passare per la newsletter, dalla creazione del form di submission alla profilatura dei contatti e l’invio di email. Utile poi riuscire a far parlare influencer e giornalisti nel settore di riferimento.

Altri strumenti sono lo storytelling e la creazione di video, per raccontare la propria azienda e la propria idea in modo efficace e coinvolgente, ma anche avere un sito web, un blog ed una landing page dedicata a comunicare un messaggio particolare, come quello del lancio della campagna, racchiudendo elementi fondamentali come form per newsletter e bottoni di condivisione sui social network.

Investimento: come funziona nell’equity crodfunding

L’utilizzo della syndacation (investimento in cordata) tra i suoi vantaggi presenta:

  • la possibilità per gli investitori che partecipano tramite equity crowdfunding di seguire un lead investor, tipicamente un investitore qualificato (piccola holding di partecipazioni o super-angel) che si fa promotore dell’iniziativa e investe più degli altri;
  • gli investitori restano titolari del proprio investimento (a differenza di costituire un SPV (Special Purpose Vehicle, ovvero una società veicolo) e possono uscire dal syndicate quando lo ritengono opportuno;
  • il lead investor si fa carico della gestione dell’investimento (partecipare ad assemblee, Consigli di amministrazione, e quant’altro) a nome di tutti i partecipanti del syndicate, ed esponendo le esigenze della minoranza;
  • il lead investor riceve nessuna commissione per la gestione della società, ma realizzerà un carry (ovvero la percentuale che il syndicate trattiene sul ritorno dell’investimento, solitamente il 20%) in caso di liquidity event (ovvero quando si manifesta un evento che permette di liquidare la propria partecipazione, tipicamente la cessione o la quotazione in Borsa);
  • l’azienda dialoga con un solo interlocutore, accelerando cosi la vita della società.

Strumenti Finanziari Partecipativi

Gli Strumenti Finanziari Partecipativi (SFP), ancora sconosciuti ai professionisti (commercialisti, avvocati, notai) ai quali spesso gli imprenditori si rivolgono, rappresentano per le startup un nuovo ed efficiente strumento finanziario per la raccolta di capitali. Gli SFP consentono alle startup di:

  • raccogliere capitali senza dover deliberare un aumento di capitale, con evidente risparmio di tempo e costi;
  • non dover dare una valutazione alla società che si trova in una fase early stage e non ha valori attendibili, evitando di incorrere in errori che porterebbero a interminabili negoziazioni non indicate vista la necessità di velocità della startup;
  • possono essere ceduti anche a fronte di prestazioni d’opera per work for equity o piani di stock option.

Agli investitori early stage, tipicamente business angel, che sono quelli che più di tutti rischiano la perdita del capitale investito, questo strumento consente di non diventare subito socio di una società che potenzialmente (nel 40% dei casi al primo anno e nel 60% dei casi al secondo anno) fallirà se non è capace di reperire ulteriori capitali (solitamente da venture capital). Gli SFP consentono inoltre:

  • di entrare in un deal, senza aver bisogno di strutturare costosi term-sheet che verranno comunque negoziati dai venture capital nel round successivo e dei quali beneficeranno automaticamente anche i sottoscrittori precedenti, convertendo la propria opzione nella stessa categoria di quota/azione:
  • di accedere a uno sconto importante (20-30%) sulla valutazione del futuro aumento di capitale nel quale probabilmente entreranno i venture capital, convertendo la propria opzione nella stessa categoria di quota/azione.

Tassazione e detrazioni fiscali Equity Crowdfunding

L’equity crowdfunding è tra le forme più utilizzate di finanziamento con raccolta fondi. Per ciò che riguarda la tassazione, i guadagni del crowdfunding sono considerati come redditi di capitale. Ciò significa che se la società di cui si diviene azionisti ottiene utili e questi vengono distribuiti, allora si dovrà pagare una percentuale in base al reddito percepito. In questo caso le tasse che si applicano si riferiscono all’IRPEF o all’IRES nel caso di redditi di impresa, ma per le persone fisiche comportano una aliquota unica al 26%, pari a quella degli investimenti finanziari.

Comunque la tassazione sull’equity crowdfunding prevede una serie di agevolazioni fiscali. Sia in Italia, sia in Europa, sono state previste una serie di misure finalizzate allo sgravio fiscale.

Investendo come persona fisica in un progetto di equity crowdfunding si può ottenere una detrazione lorda pari al 30% per cifre fino a un milione di euro (o detrazione fino al 50% con limitazioni). Questa forma di agevolazione si concretizza come detrazione fiscale da applicare al momento della dichiarazione dei redditi. Invece, per una persona giuridica, la deduzione fiscale è sempre del 30%, con limite di investimento a 1,8 milioni di euro.