In ripresa l’export in Italia, stando alle previsioni contenute nell’ultimo Rapporto Export di SACE “RESTART” che stima una crescita a un tasso medio annuo del +4,7% nei prossimi quattro anni. Nel proprio Rapporto SACE propone la sua ricetta su come cogliere a pieno questo trend positivo e crescere all’estero. La proposta prevede da una parte la valorizzazione della filiera agroalimentare come eccellenza del Made in Italy che da sola rappresenta circa il 10% del nostro export complessivo, dall’altra l’identificazione delle geografie più promettenti per i prodotti italiani, attraverso la creazione di un nuovo indicatore, l’Export Opportunity Index.
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Export: prospettive
Secondo le previsioni di SACE, le esportazioni italiane di beni nel 2015 cresceranno ad un tasso doppio rispetto a quello dell’anno precedente, pari al +3,9%, per arrivare nel triennio 2016-2018 al 5%. A trainare questo trend positivo per l’export sarà soprattutto la filiera agroalimentare, tra le più dinamiche nei prossimi 4 anni: puntando su questa come leva dell’internazionalizzazione, secondo SACE, si otterrà un guadagno di export aggiuntivo di 9 miliardi di euro entro il 2018 così suddiviso:
- 7 miliardi di euro dal comparto agroalimentare;
- 2 miliardi di euro da quello dei macchinari, di cui l’84% macchine agricole.
Per il comparto dei beni agricoli e alimentari è attesa una crescita media dell’export del +6,5% tra il 2016 e il 2018, superiore ai beni di consumo (+5,3%), ai beni di investimento (+5,2%) e ai beni intermedi (+3,9%).
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Export: mercati
Per quanto riguarda le destinazioni, per il settore agroalimentare il potenziale riguarda prevalentemente i mercati maturi, per le imprese di altri settori invece è necessario individuare le geografie su cui puntare, a cominciare dai mercati emergenti. Per aiutare le imprese in questa operazione complessa, SACE ha messo a punto la nuova Export Map e l’Export Opportunity Index, una sorta di bussola per cogliere la domanda e le opportunità (con punteggi assegnati da 0 a 100) dei Paesi stranieri per l’export italiano. Il punteggio viene calcolato in base a diversi parametri:
- valore dei beni esportati;
- crescita dell’export italiano nel periodo 2011-2018;
- concentrazione dell’import nel Paese;
- attuale quota di mercato italiana.
Attualmente tra le migliori destinazioni ci sono: l’Arabia Saudita, gli Emirati Arabi, l’Algeria, il Qatar, ma anche la Corea del Sud, la Cina, l’Indonesia, la Malesia e mercati vicini come Turchia e la Polonia. Bene anche l’export verso i partner commerciali più tradizionali quali Stati Uniti (+44% nei primi tre mesi), Regno Unito (+7,2%) e Germania (+6% a marzo grazie al traino dell’automotive). Da segnalare poi Nigeria, Senegal e Angola, attuali mercati di frontiera, che si prevede possano in futuro diventare vere e proprie destinazioni commerciali.
Per maggiori informazioni consultare l’Export Map SACE.