Auto e sharing economy saranno al centro della mobilità dei prossimi 15 anni, complici la crescente concentrazione di abitanti nelle “regioni metropolitane” (52,3% della popolazione) e l’aumento dei flussi turistici (+42%) che genereranno un aumento del numero di pendolari: nel 2030 saranno quasi 30,9 milioni a spostarsi ogni giorno (oggi 29 milioni, pari al 48,6% della popolazione). Ad evidenziarlo è il rapporto “L’evoluzione della mobilità degli italiani – Dallo scenario attuale al 2020-2030”, realizzato dall’ANIASA (Associazione Nazionale Industria dell’Autonoleggio e Servizi Automobilistici di Confindustria) e dalla Fondazione CENSIS.
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Pendolarismo
In sostanza i lavoratori tenderanno sempre di più ad abitare fuori città, dunque le “città-polo” perderanno residenti, ma diventeranno aree di ancor maggiore concentrazione di funzioni ad elevata attrattività. Già negli ultimi anni la quota di coloro che varcano ogni giorno i confini del Comune di residenza è cresciuta, passando dal 36,2% al 39,4%. Guardando unicamente chi si sposta per lavoro la quota di pendolari sale al 46,2% . Una situazione che difficilmente potrà essere fronteggiata con il trasporto pubblico e che richiederà l’avvio di adeguate iniziative.
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I dati sottolineano come già oggi siano le automobili a coprire oltre il 70% degli spostamenti per lavoro, un trend che non cambierà nei prossimi anni. Nelle grandi metropoli italiane è oggi concentrato il 49,7% della popolazione italiana, con una previsione di crescita nei prossimi 15 anni del +8,6% a fronte un incremento complessivo dei cittadini italiani del +3,4%. In sostanza nelle metropoli arriveranno altri 33 milioni di abitanti, il che porterà la concentrazione della popolazione in queste regioni al 52,3%, soprattutto in quelle del Centro-Nord, mentre nel Mezzogiorno è prevista una sostanziale stagnazione. In particolare saranno i lavoratori i principali pendolari (in crescita da 19,2 a 21,5 milioni), mentre gli studenti caleranno (da 9,7 a 9,4 milioni). I pendolari che utilizzeranno l’auto passeranno dai 17,5 milioni del 2011 ai circa 18,8 milioni nel 2030. Ad oggi, si legge nel rapporto, la domanda di mobilità viene soddisfatta in misura preponderante e crescente rispetto al decennio precedente dai mezzi di trasporto individuali, a causa della mancanza di coerenza tra pianificazione insediativa, infrastrutturale e servizi di trasporto pubblico su ferro.
Turismo
Per quanto riguarda il turismo, nei prossimi anni è previsto un vero e proprio boom, in crescita di oltre 20 milioni nel 2030 (68 milioni di arrivi internazionali contro gli attuali 48 milioni). Solo nel decennio 2003-2013 le presenze sono cresciute del +9,4%, frutto del saldo tra la straordinaria crescita delle visite straniere (32,3%) e la sensibile diminuzione (-6,2%) di quelle italiane. Se il trend dovesse essere confermato, si avrebbe un impatto non indifferente sulla domanda di trasporto del Paese, non solo aereo.
Smart City e Automotive
Decisiva in questo percorso sarà la capacità delle istituzioni di governare la digitalizzazione dell’infomobilità delle cosiddette Smart City. Il report sottolinea come, nei prossimi anni, l’auto diventerà sempre di più un mero strumento per spostarsi, perdendo progressivamente il suo appeal di bene simbolo. Questo significa che sempre più spesso si potrà scegliere di usarla senza possederla, di condividerne l’utilizzo con altri, oppure di utilizzare il trasporto pubblico in tutte le situazioni residuali in cui questo si dimostrerà efficace. Anche l’industria dell’automotive dovrà quindi essere in grado di rispondere alle nuove esigenze: nel prossimo futuro, a fronte di questo nuovo scenario, serviranno dunque soluzioni di auto totalmente connesse (in costante comunicazione con i sistemi di regolamentazione del traffico e con il conducente), a basse emissioni e autonome (es. telediagnosi). Sarà necessaria una forte innovazione tecnologica.
Il Presidente ANIASA, Fabrizio Ruggiero, sottolinea:
«Il settore del noleggio veicoli è per sua natura parte integrante della sharing economy. Stiamo procedendo verso un’offerta unica di servizi di mobilità, come è maggiormente visibile in alcuni Paesi europei, che prevederà oltre all’utilizzo del veicolo per il tempo utile, da 15 minuti a 5 e più anni, una serie di ulteriori strumenti di mobilità, come l’accesso ad aree a traffico limitato, a spazi a pedaggio e ai parcheggi. In questo nuovo scenario di mobilità urbana ed extra-urbana chiediamo alla Istituzioni di fare la propria parte facilitando gli spostamenti di persone e beni attraverso la diffusione di sistemi tecnologici adeguati (per accessi a ZTL, parcheggi “intelligenti”, strade con sistemi di comunicazione e reti 4 G con cui le connected car possano dialogare). La realizzazione delle Smart City passa dalla realizzazione di infrastrutture, dall’adeguamento del quadro normativo di riferimento e, non ultimo, dalla semplificazione della burocrazia attraverso i processi digitali. L’esatto contrario di quanto succede oggi con l’articolo 94 del Codice della Strada che, pur con fini lodevoli di contrasto alle intestazioni fittizie, impone balzelli e assurde complessità gestionali. Un empasse, se lo si volesse, facilmente superabile attraverso flussi informatici a costo zero».
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