Rilancio dell’Euro per sconfiggere la crisi finanziaria dei Paesi Ue, una potente iniezione di fiducia nell’Europa ed una ricetta: «completare l’unione monetaria con un’unione economica». Così il presidente della Commissione Europea Josè Manuel Barroso nel suo discorso davanti al parlamento di Strasburgo. Non solo «la Grecia è e resterà nell’Euro», ma verrà anche messo a punto un progetto per gli Eurobond. Il tutto, ricordando il potenziamento del Fondo salva Stati ed il ruolo centrale della BCE per la crescita. E non solo. Perchè, detto chiaro e tondo, la crisi è finanziaria, economica e anche politica.
Agli Stati membri ll’Europa Barroso ha chiesto infatti uno «scatto d’orgoglio» di cui si è fatto primo interprete: «l’approccio intergovernativo finora praticato è sbagliato, l’Europa «per essere credibile» ha bisogno di «un approccio comunitario». Ci vuole più Europa, perchè a chiederlo «sono i mercati».
Un messaggio rivolto in primis a Germania, Francia e Italia, in risposta alle critiche di scarsa coesione dei leader della moneta unica. Dalle parole ai fatti: la prossima settimana la Commissine presenterà un unico e coerente progetto completo per rendere più solide la cooperazione e l’integrazione dell’Europa, soprattutto di Eurolandia.
Quanto alla Grecia, Barroso ha ripetuto che la permanenza di Atene nell’Euro non è in discussione. La Grecia resterà nell’Euro, e rispetterà gli impegni. L’Europa intanto studierà le misure per rafforzare e rendere più flessibile il Fondo salva Stati per poi puntare sul futuro Esm, Meccanismo Europeo di Stabilità.
Quanto agli Eurobond, anche qui la Commissione si è impegnata a presentare alcune opzioni per le prossime settimane. Per Barroso dovranno essere degli “stability bonds” ovvero essere disegnati «per ricompensare quelli che rispettano le regole e scoraggiare quelli che non le rispettano».
E arriviamo al capitolo Finanza. In merito alla nuova Tobin Tax, da cui si attende un gettito di 55 miliardi l’anno, Barroso ha fatto una precisazione politica: «negli ultimi tre anni gli Stati, o per meglio dire i contribuenti, hanno garantito assistenza e fornito al sistema finanziario 4,6 mila miliardi di euro: è ora che il settore finanziario restituisca il contributo alla società».
Tutte queste proposte saranno meglio definite nei prossimi giorni, quando prevedebilmente sui singoli capitoli di questo piano europeo si scatenerà il dibattito.