La ripresa italiana passa per le aziende di eccellenza, in grado di esportare il Made in Italy e di fornire valore ai prodotti nostrani, con particolare riferimento ai settori come meccanica, chimica, tessile e agroalimentare. Nonostante i tassi di crescita per l’anno in corso non siano propriamente entusiasmanti (+1.8%) le imprese italiane esporteranno prodotti con un incremento di 25 miliardi entro il 2016.
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Nello specifico le PMI italiane avranno un export addizionale di 10 miliari nel 2015 e di 15 miliardi nel 2016, in quest’ultimo caso aiutate da una previsione di crescita complessiva del +4.5%. Michele Pignotti, tra i responsabili della società del Gruppo Allianz Euler Hermes che recentemente ha pubblicato il rapporto “Global trade: What’s cooking?”, sostiene che:
«L’indebolimento dell’euro e una base di prodotti e servizi fortemente diversificata potrà consentire alle imprese italiane di crescere ancora una volta sui principali mercati export, affascinati dalla qualità, dall’Italian style e dall’innovazione. Ad affiancare gli emergenti nell’acquisto di prodotti italiani ci saranno ancora una volta le principali economie partner del Vecchio Continente come Francia e Germania, attese a una crescita più sostenuta e la Svizzera, dove da gennaio è stato abbandonato il cambio fisso euro-franco”.
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Permangono tuttavia alcuni elementi critici, che non permettono di andare oltre queste previsioni. Tra questi una crescita economica globale stagnante, una debole pressione sui prezzi e una persistente sovracapacità.