Il settore calzaturiero sembra non aver subito in maniera eccessiva la crisi economica che ha colpito la stragrande maggioranza dei comparti. Tra il 2008 e il 2014, ad esempio, l’export ha registrato un trend di crescita pari al +20.3%, con un saldo commerciale positivo del +17,5% nonostante una forte contrazione dei consumi interni. Questo è quello che evidenzia il rapporto annuale su uno dei settori d’eccellenza dell’artigianato italiano, “Shoe Report 2015“, presentato in questi giorni a Roma da Assocalzaturifici.
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Vendite
Il rapporto mostra come l’adattamento delle imprese del settore calzaturiero abbia consentito di superare i continui andamenti di grande contrazione e rapida risalita che hanno contraddistinto gli ultimi 6-7 anni. Tra i numeri interessanti troviamo l’incremento del prezzo medio a paio che ha consentito di affrontare la riduzione delle quantità distribuite, -34.8%, con solo una lieve contrazione in valore (-1.2%). Tradotto, significa che la qualità del comparto ha consentito di pareggiare praticamente il valore complessivo nonostante il ridotto numero di unità vendute.
Internazionalizzazione
Di particolare rilievo è la tendenza all’internazionalizzazione, vero volano della trasformazione del tessuto produttivo. In questo senso cresce la quota delle imprese con un fatturato estero tra il 10% e il 50% del totale (dal 25,0% al 30,1% negli ultimi due anni) e quella delle imprese con un fatturato estero tra il 50% e il 90% del totale (dal 35,8% al 42,5% negli ultimi due anni). Cresce anche la collaborazione tra imprese e l’e-commerce. Nel primo caso è di circa 1/3 la quantità di aziende interessate, mentre per l’e-commerce tra il 2011 e il 2014 si è registrata una crescita dal 21,1% al 25,3%.
Crisi economica
Una ventata di aria fresca in una situazione economica globale difficile, resa ancora più consapevole dalle dichiarazioni delle aziende intervistate nell’ambito del rapporto “Shoe Report 2015″:
- il 41.7% delle imprese si trovano sostanzialmente fuori dalla crisi o quasi;
- il 41.6% usciranno dall’attuale fase negativa dal 2015 in poi.