Il 26 gennaio bisogna pagare o no l’IMU agricola sui terreni montani? La domanda, per quanto assurdo possa sembrare visti i tempi strettissimi, al momento non ha risposta. La scadenza è stata fissata da un decreto del Governo, ma poi è sopraggiunta una sospensiva del TAR del Lazio che rischiava di farla saltare: ebbene, ora la Camera di consiglio del tribunale amministrativo non ha confermato questa sospensiva. In compenso c’è un’altra sospensiva del TAR, con l’udienza di conferma fissata invece al 4 febbraio: non è chiaro se questo significa che la data del 26 gennaio è comunque congelata, oppure se nel frattempo resta in vigore.
Sentenza e CdM
Comunque sia, in teoria, la data del 26 gennaio rischia di restare quella entro la quale bisogna pagare l’IMU sui terreni montani. Con ogni probabilità, a questo punto punto interverrà nuovamente il Governo, che ha però ha fissato il prossimo Consiglio dei ministri per il 28 gennaio, quindi dopo la scadenza. Bisogna capire se ci sarà comunque un intervento chiarificatore per risolvere, almeno per il momento, il problema.
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Classificazione terreni montani
A complicare il tutto, nella perfetta tradizione dell’IMU, c’è la questione della classificazione dei terreni: sui terreni agricoli montani inizialmente c’era l’esenzione, poi è intervenuto il decreto interministeriale dello scorso 28 novembre che ha introdotto nuove regole per la classificazione dei terreni agricoli in montani e non. Una regola che ha scontentato un po’ tutti sia i Comuni, che devono incassare, che i proprietari, che devono pagare. In pratica, l’esenzione è stata confermata solo per i terreni ubicati nei Comuni sopra i 600 metri, oppure sopra i 281 metri se posseduto da agricoltori diretti o imprenditori agricoli professionali. Da precisare che il criterio prende in considerazione l’altitudine del Comune di appartenenza (in genere, misurata in base a dove si trova il municipio) e non quella del terreno, escludendo dall’esenzione IMU numerosi terreni che invece dovrebbero essere considerati montani.
Scadenze e ricorso al TAR
A generare ulteriore disagio c’è il fatto che il decreto di cui sopra è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 6 dicembre, per una scadenza che era originariamente fissata al 16 dicembre. La situazione è stata poi risolta con un ulteriore provvedimento che ha fatto slittare il pagamento al 26 gennaio (che deve comprendere acconto e saldo 2014, visto che a giugno, quando i contribuenti hanno pagato la prima rata IMU 2014, c’era l’esenzione). A questo punto, i Comuni di quattro Regioni (Abruzzo, Liguria, Umbria e Veneto), hanno presentato ricorso al TAR del Lazio, che come detto ha stabilito una sospensiva della scadenza del 26 gennaio, che però non è stata confermata dalla Camera di Consiglio, che si è riunita il 21 gennaio. Allo stato di fatto, quindi, sembra che l’IMU agricola sui terreni montani si debba pagare entro lunedì 26 gennaio, anche se c’è l’incertezza relativa alla sospensiva del TAR con udienza definitiva il 4 febbraio.
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Ipotesi di riformulazione
Ora la palla passa al Governo che dovrebbe fornire chiarimento, decidere uno slittamento, oppure una riformulazione dell’intero impianto fiscale di questa tassa, per esempio cambiando il criterio di base. L’ipotesi di cui si parla è quella di prendere come base la classificazione sintetica Istat fra “terreni montani” (che rimarrebbero esenti), “parzialmente montani” (in cui pagherebbero solo i terreni non di proprietà di agricoltori professionali e imprenditori agricoli), e infine “non montani“, in cui pagherebbero tutti. Ma anche qui potrebbe esserci un distinguo: la nuova classificazione varrebbe dal 2015, per il 2014 sarebbe dovuta la tassa in base alle vecchie (si fa per dire, visto che risalgono a novembre 2014) regole.