Migliorano le condizioni di offerta di credito alle imprese, ma per i piccoli imprenditori l’accesso al credito resta difficile. A confermarlo è il consueto bollettino economico trimestrale della Banca d’Italia: la contrazione del credito alle imprese, nonostante permanga, sembra aver rallentato.
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Accesso al credito
A frenare ancora la dinamica dei finanziamenti alle imprese è soprattutto la percezione da parte degli istituti di credito di un alto rischio per alcune categorie di imprenditori, come quelli delle PMI. Dal punto di vista settoriale, la contrazione del credito si è attenuata in particolar modo per il comparto manifatturiero (-1,7%) e per quello dei servizi (-2,4%). Rimane invece più accentuata per il settore delle costruzioni (-5,4%). Nel terzo trimestre 2014, risulta inoltre aumentata la raccolta presso le famiglie mentre per le imprese la domanda rimane debole. Sono inoltre diminuiti i collocamenti di obbligazioni allo sportello. Nel Bollettino si legge che:
- il credito al settore privato non finanziario è diminuito dell’1,2% nei tre mesi terminanti in novembre (in ragione d’anno e al netto dei fattori stagionali);
- i prestiti alle società non finanziarie si sono ridotti dell’1,8% – in lieve attenuazione rispetto ai mesi precedenti (-2,4% in agosto) – risentendo della debolezza dell’attività economica;
- la flessione dei prestiti alle famiglie è rimasta più contenuta (-0,4%).
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Tassi di interesse
Nel Bollettino si legge inoltre che:
I tassi di interesse medi sui nuovi prestiti “sono scesi gradualmente, pur mantenendosi superiori a quelli dell’area dell’euro (di circa 30 punti base per imprese e famiglie)”.
In sostanza il taglio dei tassi ufficiali operato dalla BCE lo scorso settembre ha contribuito a un’ulteriore diminuzione del costo del credito. Tra agosto e novembre il tasso medio sui nuovi mutui alle famiglie e quello sui nuovi prestiti alle imprese sono scesi al 2,9% e 2,6%. In parallelo è proseguito il calo del differenziale rispetto ai corrispettivi tassi medi praticati nell’area dell’euro (per entrambi a 30 punti base, da 40 e 65). (Fonte: Bollettino trimestrale della Banca d’Italia)