Il pagamento delle pensioni slitta al 10 del mese: la novità nella Legge di Stabilità ha provocato un immediato coro di polemiche da parte di sindacati e associazioni dei consumatori. Per rassicurare i pensionati, tuttavia, è giunto un chiarimento INPS: soltanto chi riceve doppia pensione INPS-INPDAP (800.000 pensionati) riceverà l’assegno a partire dal 10 del mese. Gli altri (15 milioni) riceveranno l’assegno INPS il primo del mese o l’assegno INPDAP il 16 del mese (come adesso).
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I sindacati dei pensionati (Spi-Cgil, Fnp-Cisl, Uilp) hanno comunque reso noto che la modifica non è sufficiente:
«Questo non ci basta e ci batteremo affinché la norma sia ritirata per tutti, anche per quegli 800.000 che hanno la doppia pensione INPS-INPDAP».
Prestazioni slittate
La norma (articolo 26, comma 3) rinvia al 10 del mese (o al primo giorno successivo non bancabile, se il 10 è un festivo) il pagamento dei trattamenti previdenziali corrisposti dall’INPS, a partire dal primo gennaio 2015 (pensioni, indennità di accompagnamento per invalidi civili, rendite vitalizie dell’istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro) per razionalizzare e uniformare procedure e tempi di pagamento delle prestazioni corrisposte dall’INPS, secondo la cui interpretazione, il campo di applicazione si restringe alle pensioni doppie INPS-INPDAP.
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Effetti sui pagamenti
Il problema è che lo slittamento rischia comunque di avere un impatto negativo sui pagamenti di utenze, mutui e affitti, che spesso avvengono i primi del mese. Per quanto ora il problema non riguardi più milioni di Italiani. Spiega Carlo Rienzi, presidente del Codacons:
«Il posticipo dei pagamenti creerà un gap che, oltre a produrre evidenti disagi, potrebbe mettere in seria crisi la liquidità di migliaia di anziani, con conti bancari in rosso e pagamenti di commissioni in favore delle banche».
Daniele Barbieri, segretario del SUNIA (sindacato inquilini) rileva come forse non siano stati «valutati gli effetti reali»:
«ricevere la pensione il 10 del mese significa non poter pagare in tempo tutte le utenze (elettricità, telefonia, gas eccetera). E ancora più pesante sarà non poter saldare la rata del mutuo della propria casa o di quella dei figli. In questi casi si diventa morosi e, nel caso del mutuo, il conto può andare in rosso con drammatici effetti sui pagamenti di interessi e sanzioni». Meno gravi, invece, gli effetti sul pagamento degli affitti: «Qui c’è una tolleranza di 20 giorni prima di essere considerati morosi», ma in compenso il problema del pagamento ritardato ricade sul proprietario.