Situazione economica peggiore del previsto: nella nota di aggiornamento al DEF l’Italia rivede al ribasso le previsioni di crescita e rinvia al 2017 il pareggio di bilancio. Ma non è tutto: per assicurare il raggiungimento degli obiettivi viene prevista una clausola di salvaguardia nella Legge di Stabilità 2015 che agisce sulle aliquote IVA. Se l’Italia non rispetta gli obiettivi:
«nella Legge di Stabilità 2015 è ipotizzata una clausola sulle aliquote IVA e sulle altre imposte indirette per garantire il raggiungimento dell’obiettivo di Medio Termine per un ammontare di 12,4 miliardi nel 2016, 17,8 miliardi e 21,4 miliardi nel 2017 e 2018».
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Aumento IVA
La clausola è inserita nella parte del DEF dedicata alle raccomandazioni UE, ha quindi lo scopo di rassicurare l’Europa sul rispetto dei vincoli di bilancio. Non ci sono altre precisazioni su come sarà modulato l’eventuale intervento sulle aliquote IVA (si era parlato di aumento delle aliquote agevolate 4 e 10%, successivamente escluse dal Governo). C’è invece una stima dell’impatto che la misura avrebbe sulla crescita: 0,7 punti di PIL in meno nel triennio 2016-2018, consumi e investimenti in calo di 1,3 punti percentuali, sempre nel triennio.
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Crisi
Per quanto riguarda i conti, la nota di aggiornamento al DEF rivede al ribasso il PIL 2014 a -0,3% contro il +0,8% previsto ad aprile (ci sono anche ampi paragrafi dedicati alle ragioni del perdurare della crisi e agli errori commessi nelle precedenti previsioni). Il deficit è al limite: 3%, tetto massimo previsto dal Patto di Stabilità europeo, sopra il quale rischiano di scattare nuovamente procedure d’infrazione che, in un momento recessivo, avrebbero un pesante impatto sui conti. Il Documento di economia e finanza sottolinea la gravità della crisi (la caduta del PIL è superiore a quella della grande crisi del ’29) e insiste sulla necessità di politiche espansive.
Legge di Stabilità 2015
La Legge di Stabilità conterrà, fra le altre cose, gli annunciati interventi sul bonus IRPEF da 80 euro in busta paga, che verrà stabilizzato, e forse anche un taglio IRAP. Per quanto riguarda l’altro argomento caldo legato alla prossima manovra finanziaria, il 50% del TFR anticipato in busta paga, si tratta al momento di un’ipotesi allo studio che non viene inserita nel DEF e non trova dunque conferme ufficiale per la prossima manovra economica.