Aumentano le aperture di Partite IVA in Italia (+1,1% a luglio, su base annua), sopratutto tra le società di capitali (+16,7%) anche se a farla da padrone restano le persone fisiche (70% del totale). L’osservatorio mensile del Ministero delle Finanze conferma il trend iniziato nel 2012, quando si è registrata l’inversione di tendenza tra nuovi professionisti a Partita IVA (in calo del 2,3%), società di persone (-7,9%) e società di capitali (in ascesa).
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Scenario
E’ l’effetto dei due norme entrate in vigore negli ultimi tre anni: la Riforma del Lavoro (che ha irrigidito le regole per contrastare il fenomeno delle “false Partite IVA“) e l’introduzione delle Srl semplificate a un euro (con agevolazioni parallele a quelle per start-up innovative).
Trend
In ultima analisi, popolo delle Partite IVA è tornato a essere formato da professionisti e imprese, non da lavoratori dipendenti mascherati da consulenti. Continua inoltre a registrarsi il buon successo del Regime dei Minimi: oltre 11mila adesioni (il 26,4% del totale) al regime premiale per imprenditoria giovanile e lavoratori in mobilità, che consente per cinque anni di pagare un’imposta sostitutiva del 5%, senza IVA né IRAP.
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Settori
La suddivisione per settore produttivo conferma il Commercio come attività di riferimento delle Partite IVA (il 24% del totale), seguito dalle attività professionali (12,8%). Un dato che emerge rispetto al 2013 è il boom della Sanità, +44%.
Area geografica
Mentre nelle regioni del Nord il numero delle Partite IVA è sostanzialmente stabile (come in Piemonte o Lombardia), o in alcuni casi in netto calo (Val d’Aosta, Trento, Bolzano) con l’unica eccezione del Veneto (+1%), c’è un piccolo boom nel Mezzogiorno, con progressi a due cifre in Campania (+10%), Calabria (13%) e Sicilia (oltre il 2%).
del Dipartimento delle Finanze, Luglio 2014