Sviluppo Economico, il programma del ministro Guidi

di Francesca Vinciarelli

Pubblicato 28 Marzo 2014
Aggiornato 6 Febbraio 2023 14:09

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I piani del MiSE e del governo Renzi anticipati dal ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, che puntano a restituire centralità all'impresa.

L’attuale ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, sembra puntare sulle PMI per rilanciare l’economia del Paese: nel corso delle audizioni nelle Commissioni Attività produttive della Camera e Industria del Senato presentando il programma delle priorità del governo Renzi.

Restituire centralità all’impresa

Guidi ha inoltre ricordato che in Italia attualmente «il recupero è in corso ma è ancora lento e incerto» dunque è necessario lavorare per far tornare a crescere i consumi, gli investimenti e il credito delle imprese: «sicuramente il treno della ripresa è in arrivo ma tutti noi dobbiamo far sì che si fermi a nostra stazione» ha sottolineato il ministro. Tra le priorità del Ministero dello Sviluppo Economico, ovvero del Governo, c’è in primis quella di «restituire centralità all’impresa», rimarca Guidi, rilanciando gli investimenti privati, sostenendo l’accesso al credito e alla capitalizzazione delle imprese, riducendo i costi energetici in un quadro di sviluppo sostenibile, promuovendo l’internazionalizzazione e gli investimenti esteri e dando il via a semplificazioni amministrative e burocratiche.

Nuova Sabatini

Così il ministro ha annunciato il possibile raddoppio delle risorse previste per la Nuova Sabatini, il Bando “Beni Strumentali” che sostiene le imprese per investimenti in beni strumentali compresi Software, Hardware, tecnologie e servizi ICT il cui click day è previsto per il 31 marzo 2014 alle ore 9:00. In totale, secondo le anticipazioni di Guidi, le risorse potrebbero essere portate a 5 miliardi di euro. Il motivo è che si tratta «di uno degli strumenti che, anche in passato, ha dimostrato una capacità incredibile di rilanciare gli investimenti. Sono attese circa 25mila operazioni entro il prossimo novembre, se questa previsione verrà confermata emaneremo un provvedimento per raddoppiare con altri 2,5 miliardi», ha spiegato il ministro.

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Fondo di Garanzia per le PMI

Rifinanziamenti in vista anche per il Fondo di Garanzia per le PMI, per un importo pari a 500 milioni di euro: il «Fondo di Garanzia per le PMI è uno strumento potentissimo, l’anno scorso ha assicurato 11 miliardi di credito garantito e le nuove disposizioni del fondo favoriranno un accesso anche per chi era stato penalizzato», ha spiegato Guidi aggiungendo poi che il Fondo «è stato rifinananziato con la Legge di Stabilità per 2,2 miliardi di euro: il Governo e lo stesso Renzi hanno già annunciato la disponibilità per incrementarlo di altri 500 milioni di euro».

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Decreti pendenti

Per quanto riguarda i 150 decreti attuativi che il ministro ha trovato in stand-by al momento del proprio incarico Guidi assicura: «vogliamo chiudere celermente questo cantiere».

Industrial compact italiano

«Nelle prossime settimane sarà insediata una task force composta da alcune persone, economisti e politologi, per creare un industrial compact italiano e stabilire linee di priorità per crearlo», ha inoltre annunciato il ministro dello Sviluppo Economico. Entro giugno arriverà poi «il decreto MiSE-MEF che estende la garanzia pubblica anche alla emissione di corporate bond sottoscritte da Sgr per conto di forme di credito specializzate».

Bolletta energetica

Per quanto riguarda la promessa del premier Matteo Renzi di abbassare il costo delle bollette per le PMI del 10%, Guidi assicura che questo avverrà entro fine 2015: «bisogna trovare il giusto equilibrio con le esigenze territoriali e ambientali, ma non si può sempre scaricare tutto sul fatto che poi gli investimenti non si possono fare: vanno rimosse le resistenze e gli ostacoli alla nostra capacità di rigassificazione, così come al completamento del corridoio Sud attraverso il Tap». In generale per Guidi «L’Italia ha bisogno di un mix di fonti che consenta la sicurezza energetica, vanno rimosse le resistenza e gli ostacoli sulla nostra capacità di rigassificazione e anche il corridoio sud attraverso il Tap».