Spunta un nuovo prelievo sulle pensioni dal piano del commissario alla spending review, Carlo Cottarelli, consegnato al Comitato interministeriale ed esposto in audizione in commissione Bilancio al Senato: un Piano che nel 2014 assicurerà da 3 a 5 miliardi. Nel 2015 dovrebbe fruttare 18 miliardi di euro e 36 nel 2016. Il tutto attraverso 33 azioni, che Cottarelli divide in due macrogruppi: immediati (2014) o strutturali (effetti in tre anni).
=>Spending Review: il Piano Cottarelli
Prelievo pensioni comuni
Fra le misure di spending review prese in considerazione c’è anche un contributo straordinario sulle pensioni destinato a colpire il 15% degli assegni più alti: non gli assegni d’oro ma trattamenti sopra i 2mila euro al mese. Il gettito, sarebbe impiegato alla defiscalizzazione degli oneri per le nuove assunzioni.
Immediata la reazione dei sindacati: “abbiamo sempre detto che le pensioni d’oro potevano essere un bacino possibile di richiesta di contributo e continuiamo a sostenerlo – dichiara Susanna Camusso, segretario generale della Cgil – ma è fondamentale dove si pone l’asticella: metterla su pensioni da 2.500 o 3mila euro è troppo bassa”. Le sigle confederali dei pensionati, Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil, ritengono “«ormai del tutto evidente che i pensionati sono considerati a tutti gli effetti dei cittadini di serie B, non meritevoli di alcuna attenzione”.
Pensioni d’oro
Al momento si tratta di una proposta e non una misura in discussione, ma si possono fare due considerazioni: è già operativo un altro prelievo sulle pensioni d’oro (sopra i 7mila euro), previsto dalla Legge di Stabilità e comunque resta lo scoglio della Corte Costituzionale che ha bocciato il contributo 2011, già restituito: l’incostituzionalità è stata ravvisata nella mancanza di equità fiscale. Non è chiaro come un nuovo contributo, per di più esteso a trattamenti più bassi, possa essere compatibile con questa decisione della Corte.