Ai nastri di partenza il piano di Governo “Destinazione Italia” (che prevede taglio al costo dell’energia in bolletta, meno burocrazia, apertura mercati, semplificazioni fiscali e sul lavoro, riforme giustizia), in approvazione in CdM il 13 dicembre: lo ha annunciato il premier Enrico Letta lanciando il piano “Impegno 2014” e chiedendo la fiducia alla Camera, ottenuta con 379 sì, 212 no e due astenuti. Il governo, a capo di una maggioranza diversa dopo l’uscita dalla compagine di Forza Italia, chiede un patto per il 2014 volto a completare importanti riforme istituzionali e una nuova legge elettorale, perseguendo al contempo 5 obiettivi:
- riduzione debito, deficit, spese e tasse,
- crescita PIL e contrasto alla disoccupazione,
- rilancio investimenti pubblici,
- clima favorevole agli investimenti con “Destinazione Italia“,
- nuove politiche di competitività industriale a sostegno di imprese e PMI sempre più innovative, digitalizzate e internazionalizzate.
Energia
Destinazione Italia, «piano per l’attrazione degli investimenti e il rilancio della competitività, sarà venerdì in approvazione definitiva in Consiglio dei Ministri». E fra le altre cose affronterà uno dei «fattori frenanti della competitività, ovvero l’alto costo dell’energia» attraverso «una riduzione di 600 milioni sulle bollette che si somma a quella già prevista dal Decreto Fare». Dunque, taglio in bolletta elettrica in arrivo: la misura doveva essere inserita nel Decreto del Fare bis, ma alla fine è sempre slittata. Come copertura finanziaria, precedenti ipotesi ventilavano il taglio degli incentivi alle Rinnovabili mentre ora Letta annuncia 600 milioni da una misura di cui ancora non si conoscono i termini.
Imprese
Nel piano saranno contenuti anche un credito d’imposta per la ricerca, fondi per incentivare la digitalizzazione delle PMI, misure per dare agli investitori e imprenditori certezze su procedure, tempi (anche della giustizia) e Fisco». L’altro grande tema è il taglio del cuneo fiscale, un «fattore importante», affrontato dalla Legge di Stabilità in corso di discussione a Montecitorio: nella manovra sarà inserito un meccanismo automatico per «impiegare nella ulteriore riduzione del costo del lavoro i proventi della revisione della spesa e del ritorno dei capitali dall’estero».
Infine, una novità programmatica: in vista ci sono dismissioni (e si sapeva), che saranno occasione per studiare l’apertura dell’azionariato ai lavoratori (es.: Poste), con quote non di controllo. Verranno infatti studiati «con l’azienda e con i sindacati l’apertura del capitale di Poste e di altre aziende e la partecipazione dei lavoratori all’azionariato, permettendo loro rappresentanza negli organi societari». Un tentativo «di sperimentare in Italia la Mitbestimmung tedesca» che può essere destinato «a influenzare in meglio le relazioni industriali e il modello di impresa nel nostro Paese». (Fonte: il discorso del premier Enrico Letta alla Camera).