Redditività imprese
La redditività delle imprese nel 2013 ha raggiunto i minimi storici, che non si raggiungevano dal lontano 1995 pari al 31,3%. Lo rivela l’ultimo Rapporto sulla stabilità finanziaria rilasciato dalla Banca d’Italia. Poco più della metà delle imprese italiane con almeno 20 addetti (55%) prevede di chiudere l’anno in attivo, percentuale invariata rispetto al 2012 ma prima della crisi economica la percentuale era del 65%. Migliora tuttavia il clima di fiducia delle imprese rispetto al quadro economico generale. I debiti finanziari sono scesi più del 2% nell’ultimo biennio, soprattutto per il calo della componente bancaria (-7,1%), anche se rimane alto il numero di aziende, soprattutto PMI, che faticano ad avere accesso al credito, mentre numerose imprese italiane di grandi dimensioni hanno iniziato a puntare alle obbligazioni per finanziarsi, con emissioni lorde nei primi nove mesi del 2013 pari a 28 miliardi di euro, contro i 24 miliardi dello stesso periodo 2012. Crescono anche i minibond: 15 collocamenti per un totale di 5 miliardi di euro.
Redditività banche
Per quanto riguarda le banche, per i 34 principali gruppi bancari si registra un calo della redditività nel primo semestre 2013: dall’1,9% dello stesso periodo del 2012 all’attuale 1,2%. Bankitalia individua il principale problema delle banche italiane con “l’aumento dei prestiti deteriorati dovuto alla prolungata recessione, concentrato nei crediti alle imprese”. Per quanto riguarda la redditività operativa delle banche, questa “è in larga parte assorbita dalle perdite su crediti. Per il sistema nel suo complesso, il risultato di gestione sarebbe in grado di far fronte alle perdite su crediti sia quest’anno sia nel 2014. I tassi di copertura (misurati dal rapporto tra le rettifiche di valore su crediti e le partite deteriorate) si mantengono stabili; prosegue l’azione di controllo sull’adeguatezza delle rettifiche da parte della Vigilanza”. In più «la provvista delle banche è in contrazione dalla primavera scorsa, riflettendo il graduale rimborso dei finanziamenti dell’Eurosistema e, più di recente, il lieve calo della raccolta al dettaglio, dovuto in parte alle politiche commerciali delle banche”.