La ricerca di SRM “Logistica e sviluppo economico” rivela come la logistica sia un asset fondamentale per lo sviluppo economico dell’Italia avendo un valore di 200 miliardi di euro, pari a più del 12,7% del PIL italiano, dando lavoro ad oltre un milione di occupati e coinvolgendo più di 160mila imprese (il 17% sono società di capitale). Il settore è di particolare interesse per il Mezzogiorno, dove sono coinvolte oltre 45 mila imprese. Lo studio è stato presentato presso il Banco di Napoli in occasione del convegno che ha visto riuniti economisti e operatori del settore per confrontarsi sulle capacità della Logistica di sostenere l’internazionalizzazione, la competitività e lo sviluppo delle nostre imprese ma anche sulle criticità del comparto.
Logistica in Italia
Tra i principali risultati emersi dalla ricerca SRM c’è l’evidenza di come l’Italia sia il primo partner negli scambi commerciali con l’area MED per un totale di 29,3 miliardi di euro di interscambio; il trasporto stradale (35,6%) e via mare (30,5%) siano ancora le principali modalità di trasporto dell’interscambio commerciale italiano, con picchi nel Mezzogiorno per la modalità marittima (62,7%); al Sud si concentrano il 20% delle imprese logistiche; l’Italia si posiziona al 24° posto nel ranking mondiale per performance logistica sulla base del Logistics Performance Index (LPI) elaborato dalla World Bank e intercetta solo il 6,3% dei traffici marittimi che passano per il Canale di Suez. Tra le principali problematiche emerse per la logistica italiana i costi maggiori (+11% pari a 12 miliardi di euro) e tempi di smistamento più lunghi della media europea.
Logistica efficiente
Mentre disporre di una logistica efficiente e con costi sostenibili significherebbe sostenere il processo di internazionalizzazione e innovazione del sistema produttivo, la competitività e quindi il rilancio dell’economia italiana. Secondo Massimo Deandreis, Direttore Generale di SRM è ormai «maturo il tempo di una riforma normativa di porti e interporti, una maggiore attenzione alle opportunità dell’area Mediterranea e politiche attive rivolte a favorire un uso più efficiente dei fondi comunitari. Queste possono essere alcune delle leve su cui agire. Oltre a questa ricerca specifica presentata oggi, SRM inaugurerà presto un Osservatorio Permanente sulla filiera dell’economia marittima. Uno strumento pensato per offrire agli operatori economici del settore analisi dettagliate ma anche confronti ed esempi internazionali. Come Centro Studi questo è il nostro modo per dare un contributo utile ad un settore determinante per la competitività del nostro Paese».