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Manovra da 1,6 mld: dismissioni e tagli ai ministeri

di Barbara Weisz

Pubblicato 10 Ottobre 2013
Aggiornato 17 Ottobre 2013 12:04

Vendita di immobili pubblici e Spending Review sui ministeri nella manovrina del Governo. rinviato alla Legge di Stabilità il rifinanziamento della cassa integrazione, oltre alle riforme strutturali su tasse e lavoro.

Il Governo ha approvato l’annunciata manovra da 1,6 miliardi che mette al riparo i conti pubblici dal rischio di sforare il deficit del 3% imposto dalla UE, finendo nuovamente sotto procedura di infrazione. Due le linee di intervento: dismissioni pubbliche e tagli ai ministeri. Il Decreto Legge è stato varato dal Consiglio dei Ministeri del 9 ottobre, a pochi giorni dalla Legge di Stabilità (attesa per il 15 ottobre) con i nuovi provvedimenti economici.

Manovra da 1,6 mld

La “manovrina” prevede un gettito di 500 milioni dalla vendita di immobili del Demanio, mentre la Spending Review sui ministeri vale 1,1 miliardi. Si tratta di tagli lineari, che non coinvolgono (come previsto) Sanità, Istruzione e Ricerca. Il Governo ha scelto di approvare questa manovra prima della Legge di Stabilità per assicurare il pieno rispetto dei vincoli di bilancio, dopo che il DEF – i cui conti a legislazione vigente” incamerano sia l’aumento IVA sia il pagamento del saldo IMU prima casa (per ora solo un impegno politico), la cui eliminazione vale 2,4 miliardi. Non si escludono nuove rimodulazioni, con obbligo di pagamento non solo alle categorie catastali A1, A8 e A9 ma anche per altri redditi alti.

Legge di Stabilità 2014

Il rinnovo della cassa integrazione in deroga, con i previsti 330 milioni, verrà affrontato in occasione della Legge di Stabilità, probabilmente tramite specifico decreto, parallelo alla Manovra Economica. Il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, ha inoltre assicurato che la Finanziaria vera e propria conterrà l’annunciato taglio del cuneo fiscale e l’aumento in busta paga dei lavoratori. Le questioni strutturali – ulteriori riduzioni di spesa e di tasse per le imprese e sul lavoro – sono dunque rimandate nel provvedimento di fine anno che, in base alle anticipazioni, potrà far rispettare i vincoli di bilancio solo se porterà entro dicembre altri 2,4 miliardi nelle casse dello Stato.