La crisi economica continua a farsi sentire pesantemente in Italia, dove il PIL resta in calo per l’ottavo mese consecutivo. Eppure il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, parla di fine recessione visto che qualche timido segnale di ripresa c’è: la produzione industriale a giugno a fatto registrare una crescita tendenziale (+7,4%) e congiunturale (+0,3%) e anche a maggio il trend era positivo (+0,1%). Tuttavia, rispetto al trimestre e al 2012 i dati presentano comunque segno meno (-0,9 e -2,1% rispettivamente) per la il ventiduesimo mese consecutivo. Dunque, nonostante la fiducia tra le imprese siamo lievemente in crescita sembra prematuro parlare di ripresa entro l’anno.
PIL in calo
Guardando al PIL, i dati ISTAT sul secondo trimestre 2013 confrontati con quello precedente mostrano un calo (-0,2%). Dal 1990 ad oggi non era mai accaduto che il PIL continuasse a scendere per così tanti mesi di seguito. Rispetto al 2012 il calo è del -2%. Secondo l’ISTAT la previsione per il 2013 è pari a -1,7%, ben peggiore del -1,3% stimato dal Governo. L’Istituto fornisce poi anche un confronto con gli altri Paesi nel mondo: «nello stesso periodo il PIL è aumentato in termini congiunturali dello 0,4% negli Stati Uniti e dello 0,6% nel Regno Unito. In termini tendenziali, si è registrato un aumento dell’1,4% sia negli Stati Uniti sia nel Regno Unito».
Produzione in crescita
La produzione industriale nel mese di giugno ha segnato una crescita tendenziale pari a +7,4%) ed una crescita congiunturale pari a +0,3%, con un trend positivo rispetto al mese precedente. I principali valori positivi arrivano dalla produzione di articoli in gomma, plastiche e lavorazioni minerarie non metallifere (+4% su base congiunturale), fabbricazione di coke e petroliferi raffinati (+2,3%), dei beni intermedi (1,6%) e dei beni strumentali (+1%). Dati che fanno da contraltare ai cali dei beni di consumo (-1,2%) ed energetici (-0,1%).
Saccomanni: recessione finita
Per il ministro Saccomanni i dati della produzione rivelano la fine del tunnel in Italia, tanto da escludere che il Governo possa dover ricorrere ad una manovra correttiva. Stiamo andando verso «la fine della recessione», ha dichiarato il ministro, «credo che l’economia entrerà in ripresa, siamo a un punto di svolta del ciclo» anche se per vedere gli effetti sull’occupazione «dovremo ancora aspettare». I dati dell’ISTAT per Saccomanni delineano uno scenario troppo pessimistico, probabilmente perché i dati «risentono della stasi politica che ha caratterizzato l’economia fino a maggio prima che si dispiegasse l’effetto delle misure di rilancio». Per approfondimenti vai ai dati ISTAT sul PIL e sulla produzione