Il numero di imprese artigiane che hanno investito nella tecnologia è aumentato in Italia, con dati interessanti nella top five d’Italia.
Sul podio Roma, Milano e Torino.
Un dato che si evince dall’ultimo report stilato dall’Ufficio Studi Confartigianato.
A seguire, con una quota del 20% tra il 2010 e il 2012, a sorpresa Genova si colloca al quarto posto tra le realtà urbane nazionali con il più alto potenziale innovativo.
Il capoluogo ligure si caratterizza, infatti, per un notevole incremento del potenziale innovativo delle imprese, soprattutto di piccole dimensioni.
Si tratta di una regione, la Liguria, molto dinamica dal punto di vista delle iniziative imprenditoriali, con al suo attivo anche numerosi finanziamenti e incentivi:
=> Finanziamenti alle imprese artigiane liguri
Una crescita che sembra andare di pari passo con l’incremento dei progetti locali volti a trasformare la realtà urbana in Smart City, città intelligente che consentirà in misura sempre maggiore alle imprese di usufruire di servizi innovativi, potenziando gli investimenti nel settore.
=>Leggi la classifica delle Snart Cities d’Italia
Non di meno il momento è delicato.
La crisi non arretra e per determinati settori si è a un bivio, che richiede interventi urgenti per evitare l’inversione di tendenza causato dalla difficoltà di operare sul mercato (=> scopri quali sono le imprese liguri a rischio chiusura).
L’innovazione può fungere in questo contesto da volano per la ripresa.
Come spiega il presidente di Confartigianato Liguria Giancarlo Grasso: «I settori dove si concentra la maggiore presenza di imprese “smart” sono le costruzioni, l’impiantistica, quindi tutta la filiera della Green Economy, ma non solo: anche nel settore alimentare l’artigianato e le micro e le piccole imprese hanno fatto passi da gigante sul piano dell’innovazione tecnologica.
Le aziende artigiane, anche quelle dei settori più tradizionali, sono sempre più propense a innovare perché hanno capito che è la strada giusta per mantenere una solida posizione sul mercato e seguire le evoluzioni dell’economia per vincere la difficile sfida dell’internazionalizzazione».