L’Italia si trova ad un momento di svolta perché deve decidere quali strade percorrere nel prossimo futuro, soprattutto in relazione ai temi IVA e CIG (Cassa Integrazione Guadagni).
Qualora il Governo decidesse di finanziare la CIG ed evitare l’aumento dell’IVA al 23%, che altrimenti scatterebbe nel mese di luglio, dovrà prendere provvedimento quanto prima per trovare la copertura.
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Se questo non succederà, si rischierebbe di sforare il tetto del 3% del rapporto deficit/PIL, considerando anche i soldi necessarie alle missioni all’estero delle quali si parla frequentemente in questi giorni.
Ad affermarlo è il direttore centrale per la ricerca economica e le relazioni internazionali della Banca d’Italia Daniele Franco nel corso di un’audizione, che sottolinea come «nella categoria delle spese obbligatorie ci sono le missioni all’estero e la CIG, se a queste si volesse aggiungere l’IVA sarebbero ulteriori 2 miliardi. Se questi miliardi, siano essi solo CIG e missioni, o anche IVA, venissero aggiunti al disavanzo si andrebbe ampiamente oltre il 3% e questo darebbe qualche problema in termini di segnale ai mercati».
Qualsiasi cosa si decida occorre «decidere presto» – prosegue il direttore – che ritiene necessaria un’immediata azione di Governo al fine di riuscire a trovare in tempo utile «le compensazioni opportune».