Il ritardo nei pagamenti dalla PA alle imprese peggiora di anno in anno, nonostante il tentativo del Governo di contrastare questa piaga mettendo in campo diverse soluzioni (recepimento della direttiva UE sui ritardi nei pagamenti, certificazione dei crediti con la PA, compensazione dei debiti col Fisco e così via).
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Secondo i dati del Ministero dell’Economia, nel 2012 le imprese che hanno lavorato con la Pubblica Amministrazione hanno ricevuto il -31% dei pagamenti rispetto a quattro anni indietro.
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I dati sembrano confermare l’incidenza del Patto di stabilità sui ritardati pagamenti pubblici alle imprese, visto che in Comuni e Province – dove il Patto di stabilità ha maggiori effetti restrittivi – i pagamenti sono crollati rispettivamente a -36% (-13,8% solo nell’ultimo anno rispetto al 2011), e -44,4% (-19,3% nel 2012 sul 2011).
I pagamenti mancanti – ovvero i residui passivi iscritti nei bilanci di Comuni, Province e Regioni italiane – ammontano a 137 miliardi di euro, in pratica si tratta di fatture già emesse per lavori e servizi già conclusi, ma che non sono mai arrivate alle imprese destinatarie.
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E non si può dire che il 2013 sia iniziato nel migliore dei modi, da questo punto di vista.
Nel primo mese dell’anno i pagamenti pubblici sono già calati del -28,9% rispetto a gennaio dell’anno scorso (in totale sono stati pagati 918 milioni di euro).