L’IMU 2012 ha portato nelle casse di Stato e Comuni 23,2 miliardi di euro, quasi 14 miliardi in più di quanto avrebbero ricavato senza l’introduzione della nuova imposta municipale propria e mantenendo la vecchia ICI. Una manna per il governo centrale e locale.
Il “ricco bottino” a consuntivo 2012 non lascia dunque molte speranze: l’IMU sembra destinata a diventare una tassa stabile, anche se con le elezioni in vista non mancano le proposte di abolizione IMU (leggi Silvio Berlusconi), salvo introduzione di altri balzelli a compenso…
=> Leggi la proposta di abolire l’IMU
Comunque andrà a finire, ad oggi il rovescio della medaglia è che ci sono quest’anno 14 miliardi di euro in meno nelle tasche dei contribuenti, imprenditori e famiglie.
Effetto IMU su imprese e mercati
L’IMU si è rivelata essere una tassa pesantissima, tanto da mettere molti imprenditori nella condizione di non riuscire a pagare le tredicesime dei propri dipendenti (scopri gli effetti IMU sulle imprese).
Senza considerare le imprese del settore immobiliare, penalizzate due volte: dalla tassa e dai suoi effetti sul mercato. Drastico il calo sia sul fronte degli acquisti, influenzati già dalla crisi economica, che sul fronte di chi investe nel mattone per poi affittare l’immobile. L’IMU ha infatti l’effetto di abbattere la redditività di questi investimenti disincentivandoli.
Un calo di acquisti che comporta un mancato introito per lo Stato di circa 400 milioni di euro (con riferimento ai dati del 2011) derivante dalle tasse sulle compravendite di immobili, che però viene ampiamente compensato dal gettito IMU.
IMU: pro e contro
C’è una corrente di pensiero che ritiene l’IMU una tassa da mantenere, a fronte del debito pubblico italiano. L’alternativa sarebbe una maggiore imposizione sui redditi, opzione che andrebbe a colpire un numero ancora maggiore di contribuenti.
In realtà un’altra alternativa ci sarebbe: effettuare un reale taglio alle spese. Bisognerebbe però trovare spese davvero inutili, il cui taglio non comporti danni per l’economia del Paese. Secondo alcuni studi la tassazione sulle proprietà immobiliari ha un impatto minore sulle prospettive di crescita di un Paese rispetto a quella sui redditi. Seguendo questa logica, anche apportando un taglio alle spese di importo pari al gettito IMU, la soluzione migliore da praticare non sarebbe comunque la sua abolizione ma l’utilizzo di questi fondi per ridurre le tasse sul lavoro.
IMU più equa
Al di là delle teorie pro o contro l’IMU, una questione sulla quale sembra ci sia accordo unanime è l’esigenza di rendere l’imposizione più equa, rendendola dipendente dalla reale capacità contributiva del proprietario dell’immobile.
Ma finita la legislatura addio anche alla riforma del catasto (prevista dalla Delega Fiscale affossata in Senato) con la quale il governo Monti avrebbe dovuto correggere le distorsioni e le disparità che mettono sullo stesso piano (ovvero impongono la stessa IMU) ad abitazioni simili sulla carta ma con un valore di mercato nettamente differente, non rispecchiando quindi in alcun modo lo stato reddituale del proprietario.