Gli Stati Uniti hanno rimandato l’entrata in vigore di Basilea 3 a data da destinarsi e ora anche l’Unione Europea si appresta a rinviarla fino a gennaio 2014. O perlomeno è quello che ha richiesto la Federazione bancaria europea proprio a fronte della decisione degli USA.
A rivelarlo è stato il direttore generale dell’ABI Giovanni Sabatini. La motivazione è semplice: la disparità tra banche europee e statunitensi e la conseguente concorrenza diseguale nei mercati internazionali.
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«Siamo molto preoccupati per gli effetti che il recente annuncio delle autorità USA potrebbero produrre sulla competitività internazionale delle banche europee, soprattutto in un momento in cui queste stanno affrontando un radicale cambiamento delle regole per i requisiti di capitale, i buffer di liquidità, i ratio di leverage e anche una nuova organizzazione della supervisione nella zona Euro», si legge nella lettera.
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Rinviando Basilea 3, le banche americane non dovranno rispettare gli obblighi imposti dall’accordo e non hanno neanche previsto un termine entro il quale inizieranno a farlo. «Data la riluttanza dimostrata delle autorità americane nell’implementare Basilea 2,5 e ora Basilea 3, c’è la crescente preoccupazione che stia vacillando l’impegno americano ad andare verso un sistema basato su una maggiore prudenza», rivela Clausen.
Favorevole al rinvio di Basilea 3 anche il presidente dell’Abi, Giuseppe Mussari: quando furono definite tali regole «l’opinione comune era che applicazione avrebbe rallentato il ciclo economico. Un eventuale rinvio dovrebbe scongiurare questo pericolo e quindi gli effetti del ciclo non dovrebbero essere aggravati. Possiamo immaginare che un rinvio possa aiutare meglio una fase di ripresa che noi ci aspettiamo per la seconda metà dell’anno prossimo e che questa possa essere più vigorosa» con effetti positivi anche per le imprese.