Sull’IMU alla Chiesa arriva anche il richiamo dell’UE: Enti no profit che possiedono immobili adibiti ad uso commerciale devono pagare l’imposta comunale (un tempo ICI ora IMU) a partire dal 2006, dunque versando anche gli arretrati.
Finora infatti Chiesa ed Enti no profit, in Italia, erano esonerati dal pagamento dell’imposta sugli immobili, poi con il decreto legge n. 1 del 2012, convertito in legge n. 27 del 2012 è stato stabilito che questi pagassero, pur mantenendo l’esenzione per gli immobili “destinati esclusivamente allo svolgimento con modalità non commerciali”.
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Il Consiglio di Stato poi ha cambiato ulteriormente le carte in tavola, bocciando il decreto del Governo che imponeva il pagamento dell’IMU a Chiesa e organizzazioni no profit a partire dal 2013.
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Ora di nuovo un colpo di scena: la Commissione Europea chiede al Governo italiano di riscuotere tutte le rate di IMU dovute a partire dal 2006 (e non dal 2013 come previsto dal decreto italiano), quando è nata la vecchia ICI, pena il pagamento di pesanti sanzioni (il cui pagamento andrà ad incidere sulle tasse e quindi sulle tasche di cittadini ed imprese).
E l’UE dà anche una scadenza al governo Monti: entro il 31 dicembre 2012 deve essere scritta la parola fine sulla questione IMU agli Enti no profit. La scadenza del 2013, per la Commissione Europea, suona come un condono fiscale nei confronti della Chiesa, che violerebbe le regole sulla concorrenza, motivo per il quale l’Unione chiede che il Governo imponga al mondo del no profit anche il pagamento degli arretrati, per un totale che supera i 100 milioni di euro.