Nel Rapporto sul disegno di legge delega fiscale, il Fondo Monetario Internazionale ha sollecitato il Governo Monti a ridurre il peso delle tasse (siamo al sesto posto in area Ocse). Come è possibile per il FMI rendere sostenibile la riduzione del cuneo fiscale? Innalzando il gettito dell’imposizione sui consumi, per ridurre quella sulle persone. In pratica con l’aumento IVA.
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Secondo il FMI nel Ddl di Riforma Fiscale mancherebbero infatti interventi volti a risolvere «alcuni dei problemi più impegnativi del sistema fiscale come la tassazione notevolmente alta sul lavoro e la ristretta base dell’Imposta sul valore aggiunto (IVA)».
Aumento IVA in Italia
Il Governo confuta ogni ipotesi di nuovo innalzamento IVA da inserire nel Ddl, anche perché la Delega Fiscale «non ha l’ampiezza delle iniziative di riforma onnicomprensive», ha dichiarato il sottosegretario al Tesoro Vieri Ceriani.
Leggi le misure della delega fiscale approvata dal Governo e consulta il testo del Disegno di legge.
La prospettiva di un nuovo innalzamento di un punto dell’IVA al 23% e 12% rispettivamente allarma le imprese perché rischia di intaccare ulteriormente la crisi dei consumi. Di fronte alle proteste il Governo aveva promesso di evitare o rimandare al 2013 l’aumento imponendo pesanti tagli con la Spending Review.
La Legge di Stabilità presto in discussione in Parlamento potrebbe fare chiarezza sugli aumenti IVA inseriti con la clausola di salvaguardia nel Decreto Salva Italia.
Il vero problema dello scarso gettito IVA in Italia non è certo ascrivibile ad aliquote troppo basse ma piuttosto – come rileva anche il Rapporto FMI sul Delega Fiscale – alla diffusa evasione fiscale.
Riduzione cuneo fiscale
Nessun cambiamento in vista neppure per quanto riguarda il cuneo fiscale da alleggerire con il Fondo taglia-tasse nel quale far confluire i proventi della lotta all’evasione istituito per il 2014 dal precedente Governo con decreto 318/2011: «non c’è nessuna intenzione di anticipare il finanziamento di questo fondo al 2013», precisa Ceriani.
Nonostante le insistenze di sindacati e Confindustria, Ceriani non lascia spazio ad interpretazioni: «sono stati stanziati 5 miliardi di euro nel Salva-Italia per ridurre il cuneo fiscale sul lavoro femminile e giovanile. Non facciamo nulla di più, per ora riteniamo che non c’è bisogno di ulteriori manovre in questo senso».
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Eventualmente, si procederà «nella misura in cui si dimostrerà che i risultati della lotta all’evasione sono positivi e se ci saranno le condizioni macroeconomiche», continua il sottosegretario.