Sono i giorni caldi di Smau, dalla cui platea giungono dati e statistiche, decaloghi e consigli, strategie e idee per rilanciare l’economia italiana puntando sulle sue vere leve: ICT e contenuti digitali. A far luce sullo scenario corrente, gli Osservatori della School of management del Politecnico di Milano, presentati al Salone milanese.
Per quanto concerne industria IT e ICT i risultati sono positivi, ma per Andrea Rangone, responsabile scientifico dell’osservatorio, occorre svecchiarsi e sdoganare l’Information Technology nell’era del 2.0.
Se oggi l’IT è web-oriented, costruito intorno a utenti e consumatori, allora basta con nozionismo freddo e soluzioni macchinose, e spazio a linguaggio comprensibile, che ne traduca in fatti le grandi potenzialità.
Un discorso che si avvalora se si guarda al crescente valore dei mercati digital consumer in Italia: solo nel 2008 il giro d’affari è stato di 10 miliardi di euro e la crescita annua del 16%. Per il 2009, nonostante la crisi in atto, è previsto un incremento ulteriore del 7%.
Il mercato dei contenuti digitali aprè in realtà a un business articolato: vendita di prodotti e servizi non digitali tramite canali digitali (50% del totale), vendita di contenuti e servizi digitali a pagamento tramite canali digitali (40%) e pubblicità veicolata sui canali digitali (10%).
Nonostante la crisi economica e finanziaria in atto, questi settori in Italia mostrano innegabili segnali positivi: quello dei contenuti digitali a pagamento è cresciuto nel 2008 del 13%; quello del commercio online di prodotti e servizi del 18%; quello della pubblicità su piattaforme digitali del 21%.
Sul fronte delle piattaforme, a fare la parte del leone è Internet con il 60% del mercato, seguito dalla Tv trasmessa tramite tecnologie digitali (30%) e dal settore mobile (10%).
Per quanto riguarda il Web nello specifico – un mercato da oltre 6 miliardi di euro nel 2008 – il ruolo principe è svolto dall’eCommerce a (80%), seguito dalla pubblicità e dalle vendite di contenuti e servizi digitali.
Sul versante delle Tv digitali, capaci nel 2008 ci generare un volume d’affari complessivo di 3,2 miliardi di euro, prevalgono invece i contenuti a pagamento, così come nel settore mobile, stimato nel 2008 800 milioni di euro.