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Previdenza complementare contro il calo delle pensioni

di Francesca Vinciarelli

5 Luglio 2012 12:16

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Con al riforma delle pensioni e l'impoverimento degli assegni previdenziali aumenta il ricorso alle pensioni integrative: analisi sulla previdenza complementare in Italia 2012.

Con le santi prospettive  sulle rendite future delle pensioni, dopo la riforma  Fornero che che ha ridotto coefficienti e assegni pensionistici, Helvetia ha fotografato l’andamento attuale del mercato della previdenza complementare.

Dai dati Covip sul primo trimestre 2012, emerge un quadro con il segno positivo, nonostante la situazione economicamente delicata che ancora caratterizza il nostro Paese.

La previdenza complementare sembra cominciare timidamente a far parte della quotidianità dei lavoratori italiani, che disperano di poter ottenere sufficienti sussidi dalla previdenza obbligatoria.

Più in particolare sono aumentati dello 0,9% (su dicembre 2011) gli iscritti ai fondi  pensione aperti e del 5% quelli iscritti ai  nuovi Pip.

In totale il patrimonio delle forme pensionistiche integrative, nonostante la recessione, cresce del 3,4%.

Dati destinati a crescere come diretta conseguenza della pubblicazione dei nuovi coefficienti per il calcolo delle pensioni, conseguentemente alla riforma delle pensioni, pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale il 24 maggio 2012.

Stiamo parlando di coefficienti più bassi del 3%  a partire dal 2013 rispetto a quelli del 2010, in previsione di un allungamento della vita media, e che resteranno in vigore per almeno 3 anni.

Senza considerare che, per come è strutturato ora il mercato, il percorso lavorativo risulta sempre più intermittente. Altre variabili come inflazione, tasso di crescita dell’economia e speranza di vita vanno ad incidere pesantemente sull’ammontare degli assegni pensionistici futuri.

In sostanza, secondo Helvetia, tra gli Italiani starebbe crescendo «la consapevolezza del fatto che il welfare pubblico sarà  meno generoso, sensibilizzando gli individui alla ricerca di un sostegno privato alla previdenza pubblica».