L’aumento IVA al 23% da possibilità a quasi certezza, visto l’andamento dell’economia italiana ed il buco da 3,4 mld di euro (-2,9%) rispetto agli obiettivi del Documento di Economia e Finanza (DEF) in termini di ricavi attesi dalle misure messe in atto dal Governo.
L’aumento delle tasse a carico degli Italiani non sembra aver sortito l’effetto sperato e, nonostante il monito unanime sulla strategia di Governo di ottenere il pareggio di bilancio quasi esclusivamente (80%) inasprendo la pressione fiscale – che rischia di generare più danni che benefici, causando effetti recessivi – è sempre più probabile che Monti e la sua squadra decidano di dare il via alla clausola del Salva Italia che prevede un ulteriore aumento IVA.
L’imposta, già innalzata al 21% a fine 2011 ha causato la contrazione del gettito IVA per colpa di una minore propensione agli acquisti dei consumatori, trascinando il Governo in un circolo vizioso. Risultato? Un nuovo aumento IVA per fare cassa, ma che specularmente causerà una ennesima flessione dei consumi.
Eppure questa strategia alla lunga non può certo pagare. La strada della tassazione è pericolosa: «quel che assolutamente e categoricamente non bisogna fare, ora, è proseguire in questo senso. Aumentare l’IVA al 23% ed al 12% avrebbe effetti deleteri per la nostra economia», scrive Federconsumatori.
Anche dalla Corte dei Conti in questi giorni è arrivato il monito: «attenzione con la pressione fiscale: si rischia un avvitamento, si aumentano le tasse, si aggrava la recessione e si ricava sempre meno gettito».
Secondo il neo presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, aumentare ancora l’IVA rischia di incidere ulteriormente sui consumi già provati dalla crisi: «il problema è che il gettito dell’IVA cala perché i consumi interni stanno calando. Se innalziamo ulteriormente le aliquote IVA c’è purtroppo da aspettarsi un ulteriore calo dei consumi interni».
Insomma, davvero un circolo vizioso che potrebbe, secondo l’avviso comune, essere interrotto solo cercando risorse non nelle tasse ma nella lotta all’evasione fiscale e agli sprechi, soprattutto politici ed istituzionali.